Il borgo “fantasma” di Ceregate affascina i turisti. L’ultimo abitante fu un carbonaio

SANTA MAGHERITA STAFFORA. – Ceregate era un paese normale nella sua diversità. Era abitato, in estate e in inverno, nonostante fosse raggiungibile soltanto a piedi superando il torrente Staffora. Ad abitare tra quelle colline, rimase soltanto uno degli ultimi carbonai della Valle Staffora che una volta alla settimana raggiungeva Varzi, per approvvigionarsi di materia prima. Con la sua morte, Ceregate sobborgo di Cegni a sua volta frazione del comune di Santa Margherita di Staffora, è diventato un paese fantasma. E lo è tuttora.

Le case, semidiroccate, ci sono ancora. E anche la chiesa conservata in maniera davvero invidiabile. Il paese torna a rivivere ogni lunedi dell’Angelo, anche se per poche ore. Sono gli abitanti e i villeggianti di Cegni a recarsi, come facevano un tempo, in pellegrinaggio nella chiesetta del borgo. Dopo la messa, asta dei prodotti locali, per raccogliere offerte da destinare alla conservazione della chiesa, e pranzo al sacco sui prati.

Poi, su Ceregate, sino alla prima domenica di settembre, giorno di Maria Bambina, calea di nuovo il silenzio. Un silenzio che ben conoscono tutti coloro che hanno visitato questo paese che ha smesso di vivere con il suo ultimo abitante. Una paese che, nella sua unicità, è affascinante: chi ci va ha la sensazione di fare un tuffo nel passato. Inutile dire che Ceregate è uno dei tanti paesi di montagna che hanno perso i loro abitanti.

Su paese fantasma di Ceregate è stato pubblicato un libro dal fotografo e giornalista oltrepadano Alessandro Disperati


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