Primo caso sospetto di peste suina in Oltrepo. Il ritrovamento di una carcassa di cinghiale in località Torretta di Bagnaria ha fatto scattare l’allarme

BAGNARIA Primo caso sospetto di peste suina in Oltrepo. Il ritrovamento qualche giorno fa di una carcassa di cinghiale in località Torretta di Bagnaria ha fatto scattare l’allarme. Il tutto dopo che circa una settimana fa a Gremiasco, in val Curone, a quattro chilometri in linea d’aria da Bagnaria, era stata accertata la peste suina su un cinghiale trovato morto nei campi.

Dalle prime analisi effettuate in un laboratorio di Brescia arriverebbe la conferma che il cinghiale rinvenuto a Bagnaria sia morto in quanto contagiato dalla peste suina. Si attendono ora le controanalisi ufficiali da parte del laboratorio Izsum (Istituto zooprofilattico Umbria Marche) di Perugia che funge da centro di referenza nazionale pesti suine. Solo in quel momento si potrà confermare con esattezza se questa malattia è arrivata anche in valle Staffora.

Il sindaco di Bagnaria Mattia Franza è preoccupato: “Purtroppo a seguito del ritrovamento nelle scorse settimane di una carcassa nel comune limitrofo di Gremiasco, in provincia di Alessandria, era plausibile che nel breve periodo si riscontrasse un caso anche nel nostro territorio”.

Secondo alcuni studi effettuati in questi mesi, tra l’altro, sembra che il proliferare della peste viaggia di 80 metri al giorno. Quindi c’è da aspettarsi, purtroppo, altri casi nelle prossime settimane. C’è grande apprensione in tutta la fascia collinare e montana dell’Oltrepo che dai primi giorni di giugno, dopo la firma del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana di un’ordinanza legata alla peste suina, ha visto la messa a punto di una serie di restrizioni per evitare di diffondere la peste.

Non va dimenticato che questo tipo di malattia si diffonde tra i cinghiali e i suini ma non colpisce l’uomo. Proprio in questi giorni Ats ha consegnato ai comuni i cartelli con le indicazioni sulle regole da tenere nella zona rossa, la zona denominata ‘Restrizione II’. Tra questi c’è anche il divieto per i non residenti nella fascia di ‘Restrizione II’ di recarsi a funghi. Permesso che era poi stato autorizzato dalla Comunità montana ma che ora rischia di essere nuovamente revocato dopo il ritrovamento della carcassa a Bagnaria. Inoltre la zona rossa potrebbe anche essere estesa ulteriormente.

I comuni in zona di ‘Restrizione II’, sono: Ponte Nizza, Bagnaria, Brallo di Pregola, Menconico, Zavattarello, Romagnese, Varzi, Val di Nizza, Santa Margherita di Staffora, Cecima, Colli Verdi (la località di Valverde). Qui è vietata l’attività venatoria collettiva di qualsiasi tipologia, l’attività di addestramento cani e l’attività venatoria nei confronti dei cinghiali. Le attività all’aperto svolte nelle aree agricole e naturali, ludico – ricreative e sportive di qualsiasi genere sono consentite nel rispetto delle misure di biosicurezza. Manifestazioni e raduni campestri con un numero superiore a 20 persone, in aree non delimitate e recintate o prossime alle strade asfaltate, sono soggette ad autorizzazione da parte dei comuni.

La zona di ‘Restrizione I’ comprende i comuni di Rocca Susella, Montesegale, Godiasco, Borgoratto Mormorolo, Fortunago, Volpara, Borgo Priolo, Rocca de’ Giorgi, Rivanazzano Terme, Colli Verdi (Ruino e Canevino). In questi comuni dovrà essere garantito il rafforzamento della sorveglianza attraverso la ricerca delle carcasse, con cadenza almeno quindicinale. In questa zona l’attività venatoria verso il cinghiale è consentita con modalità selettive.

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