Peste Suina. I sindaci della Valle Staffora preoccupati per la stagione turistica

BAGNARIA “Il turismo che stava riprendendosi dopo due anni di emergenza Covid rischia un’altra mazzata”. E’ l’allarme lanciato dai sindaci della Valle Staffora, in particolare da quelli che rientrano nella zona rossa.

Mentre tutti restano in attesa del riscontro delle analisi ufficiali da parte del laboratorio Izsum (Istituto zooprofilattico Umbria Marche) di Perugia che funge da centro di referenza nazionale pesti suine, sulla carcassa di cinghiale rinvenuta a Bagnaria, dopo che già un istituto zoofilo bresciano ha accertato che l’animale trovato morto in località Torretta di Bagnaria era infetto da peste suina, c’è grande preoccupazione per gli effetti che può avere sul turismo che bussa alle porte.

L’ordinanza regionale del 6 giugno scorso permette la fruizione delle aree rurali boscate o prative esclusivamente lungo i sentieri segnalati. Ma pone alcune direttive. E’ vietato uscire dal tracciato dei sentieri nonché praticare ogni tipo di attività che implichi l’abbandono del sentiero stesso. Come per esempio muoversi nei boschi alla ricerca di funghi.

Ma non solo: è obbligatorio effettuare il cambio di calzature alla partenza e all’arrivo delle escursioni; in particolare occorre provvedere al prelavaggio delle suole delle scarpe e delle gomme delle biciclette utilizzate per l’escursione e alla disinfezione delle stesse con disinfettanti attivi nei confronti del virus. I gruppi e comitive lungo i sentieri sono ammessi fino ad un numero massimo di 20 persone. Restrizioni anche per le manifestazioni che con un numero superiore a 20 persone, in aree non delimitate e recintate o prossime alle strade asfaltate, sono soggette ad autorizzazione da parte dell’autorità comunale.

“La peste suina è un fattore negativo che rischia di danneggiare il turismo – sottolinea Paolo Donato Bertorelli sindaco di Menconico – il tutto dopo due anni di pandemia legata al Covid che aveva tenuto lontano i villeggianti dalle nostre montagne. Da noi i turisti vengono per camminare, andare per funghi e cercare tartufi. Se vietiamo queste attività rischiamo anche di ridimensionare il numero di persone che quest’estate affolleranno le nostre zone”.

Bertorelli aggiunge: “Se è utile, incentiviamo l’abbattimento di cinghiali perchè non solo il turismo rischia di subire ripercussioni ma anche chi alleva i suini per produrre il salame di Varzi potrebbe essere penalizzato. Bisogna intervenire subito per evitare che la situazione possa degenerare”.

Anche Ponte Nizza è un comune che rientra nella fascia di ‘Restrizione II’. Il sindaco Tino Pernigotti non ci gira certo attorno: “La peste suina è un disastro per l’economia locale che riguarda il salame e tutto l’indotto che ruota attorno a questo insaccato. In questi giorni abbiamo affisso i cartelli che ci sono stati consegnati da Ats. Che dire? Sembriamo dei comuni appestati. L’unica speranza è che al più presto vengano abbattuti tutti i cinghiali in modo tale da uscire il prima possibile da questa emergenza”.

Andrea Gandolfi sindaco di Santa Margherita di Staffora sottolinea: “Purtroppo è arrivata anche da noi e c’era da aspettarselo visto come stava evolvendo l’epidemia in Piemonte. Ora serve sensibilizzare le persone sulle direttive che Ats e Regione hanno dato per cercare di contrastarla. La peste va affrontata per evitare di farla arrivare negli allevamenti. E per fare questo serve una buona informazione senza terrorismo psicologico. Nella nostra zona i turisti possono venire tranquillamente seguendo le poche regole per evitare di diffondere la peste che, ricordiamo, non attacca l’uomo”.

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