Tre tentativi di truffe sventate nel piccolo comune di Oliva Gessi

OLIVA GESSI – Tentativi di truffa ai danni di tre famiglie residenti ad Oliva Gessi sono state sventate dopo aver intuito che stavano per essere raggirate. Il tutto con un nuovo sistema che aveva permesso ad alcuni malviventi di raggirare una pensionata di 90 anni di Rivanazzano che qualche giorno fa aveva consegnato un sacchetto pieno d’oro per evitare il carcere alla figlia che era finita nei guai con la giustizia.

Almeno così le avevano fatto credere con una telefonata. Una tattica che è stata utilizzata martedì nel piccolo comune collinare di Oliva Gessi dove alcuni truffatori hanno chiamato tre anziani segnalando che il figlio aveva avuto un incidente e aveva investito un bambino. Per questo servivano dei soldi per pagare un avvocato per difenderlo ed evitargli le porte del carcere.

Se a Rivanazzano questa tattica aveva funzionato ad Oliva Gessi le tre persone finite nel mirino, in tutti e tre i casi non sono cadute nella trappola. Si è occupata del caso, dopo esserne stata informata, il vice sindaco di Oliva Gessi Valentina Mazzocchi che ha già provveduto ad informare di quanto accaduto la Tim e i carabinieri. Il gestore di telefonia è stato informato dei fatti in quanto i truffatori con un sistema del tutto innovativo, dopo aver contattato gli anziani, riescono a deviare la chiamata che parte dal telefono dell’anziano alla loro utenza invece che a quella del figlio spiegando che questo non può rispondere in quanto è già in caserma, dai carabinieri.

“In tutti e tre i casi – spiega il vice sindaco – i truffatori hanno usato la stessa tattica: chiamano le persone anziane dicendo che il figlio ha avuto un incidente e che ha investito un bambino. Spiega a loro che bisogna pagare un avvocato per difenderlo. I truffatori, fingendosi avvocati, si dicono disponibili a raggiungere l’abitazione del famigliare per prendere i soldi. Fortuna vuole – continua nel suo racconto Valentina Mazzocchi – che due famiglie non sono cadute nella trappola perché alla richiesta dei soldi, in contanti, hanno capito subito che si poteva trattare di una truffa. La terza che stava invece cadendo nel tranello abita a pochi passi dal figlio che era in casa e quindi la truffa non è andata a buon fine”.

Il vice sindaco segnala poi un fatto alquanto curioso: “Quando l’anziano cerca di chiamare il figlio per sapere cosa è successo, in realtà, a seguito della deviazione di chiamata, al telefono rispondono sempre questi truffatori. Tim sta già effettuando dei controlli per verificare se nelle cabine sia stato installato qualche dispositivo mentre personalmente ho già segnalato l’accaduto ai carabinieri e alla polizia postale”.

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