Pavia gioca a rugby da oltre cent’anni, la massima serie fu nel 1941. L’obiettivo di quest’anno è tornare in serie B

PAVIA – Non sono calcio, basket e pallavolo. Il nostro territorio è anche rugby, lo “sport nobile” per eccellenza, reputazione guadagnata grazie al rispetto dell’avversario e a un codice morale che fa di questa disciplina una vera e propria filosofia di vita. Nonostante se ne parli sempre troppo poco e in maniera spesso marginale, il rugby a Pavia ha radici profonde che risalgono addirittura agli inizi del Novecento. Infatti, già negli anni antecedenti alla Prima Guerra Mondiale esisteva nel capoluogo l’A.S.U.P. (Associazione Studenti Universitari Pavesi) che mosse i primi passi di questo sport. Tuttavia, il vero inizio risale tra il 1933 e il 1934, quando un gruppo di “pionieri” fondò la squadra di rugby dell’allora G.U.F.. Si disputarono alcune amichevoli di preparazione a un vero e proprio campionato, quello di “Promozione”, al quale la squadra pavese si iscrisse nel 1935. Per circa un quinquennio gli universitari di Pavia si cimentarono in numerose competizioni, dai campionati federali alla partecipazione dei Giochi Littoriali e agli incontri tra gli istituti superiori e le facoltà universitarie.

La svolta si ebbe tra il 1938 ed il 1939, quando alcuni rugbisti più giovani costituirono il nucleo di una fantastica squadra che conquistò nella stagione 1940/41 la promozione in massima serie, disputata per due campionati di fila (tra il 1941 e il 1943), classificandosi entrambe le volte all’8° posto. Nell’immediato dopoguerra nacque il C.U.S. Pavia (1946), che nel 1951 iniziò il suo campionato di Prima Divisione: tra gli atleti di questo periodo vi fu il giovane scrittore pavese Mino Milani. La terribile crisi sportiva della seconda metà degli anni ’50, che investì tutto lo sport cittadino (fallimento dell’A.C. Pavia, della Pallacanestro Pavia, della Pall. Onda femminile), non risparmiò neppure la palla ovale così la squadra di rugby pavese per qualche anno non svolse più alcuna attività.

La sezione rinacque nel 1965, quando partecipò al campionato di serie C, mentre agli inizi degli anni ’70 fu costruito l’attuale campo in località Cravino (zona ospedali). Nonostante l’alternarsi di giocatori importanti, gli anni ’80 non impedirono la retrocessione in C/2, anche se poi il C.U.S. tornò in C/1 (stagione 1992/93), categoria mantenuta per 4 annate. Dopo una nuova retrocessione, sotto la nuova guida tecnica di Nino Prini la squadra di Pavia riconquistò la C/1 (1999/00) e successivamente la serie B (2003). Dopo due anni arrivò la retrocessione, mitigata dalla vittoria nel campionato universitario italiano e dalle convocazioni nelle nazionali under 18 e under 17 di alcuni giovani talenti cussini.

Negli anni più recenti il C.U.S. ha proseguito la sua ascesa nelle gerarchie della serie C d’élite grazie al costante inserimento di promettenti giocatori provenienti dalle giovanili, sotto la guida di Nino Prini prima e di Peter Frogget dopo. I numeri del rugby pavese hanno continuato a crescere costantemente: dalle giovanili sono passate centinaia di giovani, la sezione femminile ha partecipato sia al campionato di Serie A a 15, sia al campionato di rugby a 7, e dal 2009 è stata fondata la sezione dei “Mil’òld”, la categoria over 35 degna protagonista di incontri a livello internazionale.

La squadra senior quest’anno è ripartita con il dichiarato obiettivo di salire (tornare) in serie B e ci punta proprio con una forte componente di ragazzi cresciuti nel vivaio. I cussini alla 1° giornata hanno dominato 41-0 il campo del Rugby Oltremella, hanno dovuto cedere successivamente in casa del forte Rovato per 43-28, ma domenica scorsa si sono subito rifatti, all’esordio casalingo sul prato del Cravino, battendo il Lainate per 19-10.

La base della nostra sezione conta centinaia di bimbi e bimbe a partire dai 5 anni d’età – conferma Fabio Benazzo, responsabile della sezione rugby del C.U.S – Abbiamo assicurato la massima continuità possibile durante queste ultime stagioni anomale e i numeri sono in forte ripresa. Uno staff tecnico di livello, composto in massima parte da laureati in scienze motorie, trasmette la passione per il rugby a ragazzi e genitori. Un programma di allenamenti a porte aperte dà la possibilità a un gran numero di ragazze e ragazzi di calcare lo storico campo Cravino”.

Non solo settore giovanile e prima squadra, però, ma anche over 35 e fuori età? “Da oltre un decennio un gruppo di gentlemen e gentlewomen in calzettoni a strisce giallo‐blu costituisce l’esperienza pavese di pratica del Rugby Folklo: un modo per avere accesso al gioco più coinvolgente per chi non ha più l’età per un’attività agonistica, per chi vuole accostarvisi gradualmente o per chi vuole svolgere un’attività fisica, di squadra, all’aperto e con una fortissima impronta sociale. Donne e uomini per una volta sullo stesso campo, grazie a regole apposite ed edulcorate rispetto a quelle del Rugby a 15 ufficiale, per garantire la sicurezza dei praticanti amatoriali. I nostri ‘Mil’Old’ vi attendono il lunedì e il giovedì alle 20:30 per una prova sul campo!

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