Il regista Silvio Soldini presenta il suo ultimo film questa sera al cinema-teatro Volta di Pavia

PAVIA – Il regista milanese Silvio Soldini, autore di film come “Pani e tulipani”, “Il comandante e la cicogna” e “Giorni e nuvole”, sarà questa sera a Pavia al cine-teatro Cesare Volta (Rione Scala, piazzale Salvo D’Acquisto) per inaugurare la rassegna cinematografica “I giovedì del Volta” e per presentare le sue ultime fatiche cinematografiche: il cortometraggio “Olmo” e il lungometraggio “Il fiume ha sempre ragione”.

Silvio Soldini (fratello maggiore del famoso velista Giovanni) fa parte di quella ‘nouvelle vogue’ del Cinema Italiano che dagli anni ’90 in poi, con pochi autori, è riuscita a portare avanti una corrente d’eccellenza legata a tematiche impegnate,  quali il desiderio di libertà e la ricerca dell’utopia. “Soldini è bravo, sa costruire bene ogni inquadratura, gira dignitosamente, ha uno stile di montaggio molto moderno, modulato sui ritmi accelerati del video, con l’uso frequente della dissolvenza” ha detto di lui Claudio Siniscalchi per ‘La Rivista del Cinematografo’.

Fin alla sua opera d’esordio (“L’aria serena dell’ovest”, 1990) in Soldini si intravedono le qualità del cineasta, realizzando un film minimalista e piacevole. Protagonisti sono la città di Milano e la mancanza di comunicazione in  storie che si intersecano fra loro con l’unico filo rosso di un’agendina smarrita, ma ognuno dei personaggi è e rimarrà rigorosamente solo. Nel bel rappresentato clima metropolitano da “single” smarriti, l’autore dipinge un ottimo quadro di una tragica solitudine collettiva, nonostante il titolo dell’opera (ovviamente ironico) che è inserito negli inizi degli anni ’90 in quel clima di importanti trasformazioni geo-politiche.

“Un’anima divisa in due” (anno di uscita 1993) è il secondo caposaldo imperdibile della cinematografia soldiniana, sorretto da un intelligente uso di macchina da presa e di montaggio, dove la luce del sole risulta quasi sempre soffocata dal grigio del cielo invernale e dallo smog della città. In quest’opera Soldini racconta con rigore il confronto tra la normalità (quella di Pietro / Fabrizio Bentivoglio) e la diversità (quella di Pabe / Maria Bakò), quest’ultima sempre emarginata e respinta dal mondo circostante. L’impossibile storia d’amore fra i due protagonisti finisce inevitabilmente per far perdere loro l’identità, mentre la pellicola ci trasporta verso un inevitabile finale amaro e folgorante.

L’opera che ha fatto conoscere Soldini all’attenzione collettiva di tutti è stata, però, “Pane e Tulipani”, pellicola uscita nel 2000, dove l’autore ha continuato sulla strada di un cinema introspettivo nella quale i dettagli sono diventati i veri protagonisti delle storie, insieme ai fili del destino che permettono incontri casuali in grado di rivoluzionare completamente le proprie esistenze. Il film è avvincente, con la brava Licia Maglietta – dimenticata in un autogrill da figli e marito – che decide di prendersi una pausa dalla sua vita, diventata ormai da molti anni solamente “routine”, lasciandosi per caso trasportare dagli eventi fino a Venezia, città che non ha mai visto ma sempre sognato. Lo stile narrativo del film fa scattare immediatamente l’immedesimazione con il suo personaggio protagonista, emozionandoci nel vedere la riscoperta del brivido, il non sapere cosa accadrà domani e il sogno inconscio di quella libertà e fuga che sembrano divenuti finalmente realtà.

Autore colto e raffinato, Silvio Soldini non è un semplice erede della “Commedia all’Italiana” degli anni d’oro  ’50 e ’60,  poiché ha più volte dimostrato di trovarsi a proprio agio anche con film più impegnativi, come “Brucio nel vento” (2002) e “Le acrobate” (1997). D’altronde la sua formazione “accademica” lo rende un autore sensibile e preparato, mentre il suo cinema si è sviluppato secondo una notevole unità tematica e formale: il semplice rigore della regia, la concezione del cinema come lente d’ingrandimento che legge la vita, la leggerezza del tocco, ecc., sono solo alcuni degli elementi che concorrono a definire il suo stile, mentre inquietudine e tensione che percorrono il cambiamento sono i temi forti che innervano le sue storie e i suoi personaggi.

“Pane e Tulipani” nel 2000 gli valse due David di Donatello come miglior regista e miglior sceneggiatura, mentre nel 2014 il suo documentario “Per altri occhi – avventure quotidiane di un manipolo di ciechi” vinse il Nastro d’Argento come miglior documentario. Infine, nel 2019 “Treno di parole – Viaggio nella poesia di Raffaello Baldini” si aggiudicò il premio come miglior documentario italiano dell’anno al concorso “Extra Doc Festival”.

L’ingresso di questa sera al cine-teatro Cesare Volta di Pavia (inizio proiezioni ore 20:30) costa 8,00 euro (intero) – ridotto (studenti e over 65) € 5,00. E’ possibile acquistare i biglietti in prevendita scegliendo il proprio posto a sedere al seguente link: https://www.vivaticket.com/it/acquista-biglietti/596

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