Il bar-trattoria “Fra Mi e Tì” è riuscito a resistere a tutto: Michela Cocci ci racconta la sua esperienza e i progetti in serbo per lo storico locale di Castelletto Po

CASTELLETTO DI BRANDUZZO – Benvenuti alla trattoria “Fra Mi e Tì”! Per molti castellettesi è storicamente “il bar in piazza”, un locale aperto negli anni ‘90 e che da allora ha avuto tante tribolate gestioni, ma che ora con Michela Cocci e Francesco Spalenza sembra aver finalmente trovato la giusta quadra – dopo che ha vissuto anche lunghi periodi tristemente chiuso e oltraggiato. “Fra” e “Mi” (azzeccato gioco di parole nel nome dialettale pavese del risto-bar) lo gestiscono ormai da 3 anni (cioè dal febbraio 2019) e alle tante avversità alle quali altri precedenti gestori hanno dovuto sventolare bandiera bianca – le più note sono stati i freddi e desolanti inverni oltrepadani… – loro hanno saputo resistere anche alla più temibile e imprevista, quella della pandemia mondiale di Covid. Nel suo nuovo look, il “Fra Mi e Tì” ha ridato un nuovo volto al piccolo comune di mille abitanti, rallegrando spesso la sua Piazza del Municipio anche con karaoke e musica dal vivo.

Un locale moderno, invitante, che del passato ha mantenuto solo le ampie vetrate sull’esterno (e ovviamente gli annessi portici). Al suo interno il bancone è stato spostato nel mezzo, in modo da dividere l’area ristoro (dove campeggia una gigantesca e bellissima foto del Ponte Coperto di Pavia, simbolo della pavesità e del forte legame col territorio) dall’area “bar” – dove si può stare seduti a bersi un caffè, una birra o un più che raro Kraken Rhum dall’inimitabile sapore piratesco e leggendario. “Prima di questo lavoro ero una ‘cattiva’ – ci racconta Michela scherzando – Lavoravo per aste giudiziarie e recupero crediti. Non nasco come cuoca, ma come perito aziendale, poi di necessità virtù ho dovuto fare una bella svolta,  perché nel 2013 Francesco ha aperto con i suoi genitori una trattoria ad Abbiategrasso. Fortunatamente il ristorante andava bene e cresceva sempre di più, così dovendo assumere del personale hanno pensato a una di famiglia, cioè a me. All’epoca facevo 100 chilometri al giorno avanti e indietro fra Pavia e Abbiategrasso, ed è diventato presto ingestibile fare due tipi di lavoro, uno in ufficio alla mattina e l’altro alla sera in trattoria, così ho deciso di dedicarmi completamente alla ristorazione”.

Cosa vi ha spinto a venire a Castelletto di Branduzzo, passando da una realtà di una cittadina del Milanese a un piccolo posto dell’Oltrepò? “Io sono originaria di Pavia, mentre Francesco ha sempre lavorato sull’abbiatense, però a me è sempre piaciuta più la realtà del ‘paese’, dove tutti si conoscono, tutti si fermano al bar per chiacchierare, per confidarsi, ecc.. Abbiamo trovato questa opportunità e ci siamo detti: ‘proviamoci!’. Abbiamo optato per una cosa un po’ più piccola rispetto a dove eravamo prima, quindi ancora più famigliare e ristretta, e devo dire che il riscontro è stato buono”.

Ci parla di tre momenti importanti vissuti qui nel nuovo locale di Castelletto: quello pre-Covid, quello dello scoppio della pandemia, e quello attuale della ripartenza? “Nel primo anno che abbiamo vissuto prima della pandemia Covid c’è stata molta curiosità da parte della gente per il locale nuovo, i gestori nuovi, ecc., e l’affluenza è stata buona. Quando è scoppiata la pandemia, invece, nei primi momenti purtroppo noi siamo stati completamente chiusi, perché non avevamo un codice per poter offrire l’asporto. Solo successivamente il Governo ha dato a tutti i codici ATECO il via libera per poter fare asporto, così  abbiamo lentamente ricominciato a lavorare e ci siamo resi conto che anche dai paesi limitrofi le persone iniziavamo a contattarci tramite i canali social. Finiti i lockdown e le restrizioni, i clienti sono tornati, rispettando tutte le regole che ci sono state imposte, e nel complesso abbiamo ampliato la clientela nel circondario”.

Siete una trattoria che offre piatti tipici locali, ma parallelamente anche piatti un po’ particolari: ce ne può parlare? “Sì, da una parte abbiamo la cucina tipica regionale lombarda, ma poi puntiamo anche su una ‘branca’ un po’ più giovanile come hambuger e steak-house, piatti un po’ particolari come la cucina bavarese con stinco di maiale e crauti, ecc.”.  Lavorate costantemente a contatto con il pubblico, ma nel settore della ristorazione qual è la soddisfazione maggiore per chi fa il vostro lavoro? “E’ quella di rivedere i clienti soddisfatti all’interno del nostro locale, perché nei mesi del lockdown il dover servire pietanze all’interno di contenitori di plastica per l’asporto, ci impediva di poter vedere l’espressione dal vivo di un cliente quando, invece, gli serviamo al tavolo un piatto cucinato da noi e sentiamo la soddisfazione di veder gustare quello che  abbiamo creato. Questa è la soddisfazione più importante di questo lavoro!”.

Che progetti avete per il futuro prossimo in vista di un auspicante ritorno alla normalità? “Sicuramente quello di continuare a collaborare con i tre circuiti motoristici della zona (il Motodromo e il Kartodromo di Castelletto e il ‘Tazio Nuvolari’ di Cervesina), con il Motel ‘7 Laghi’, con l’Affittacamere Lenti e con il B&B BresBot di Bressana. Speriamo di riuscire a collaborare magari con qualche struttura in più, dando delle agevolazioni come appoggio per i propri clienti. Infine, con l’anno nuovo vogliamo mettere giù un calendario estivo di eventi che parta già dalle prime serate tardo-primaverili e che sfrutti tutti i sabati fino a settembre. Organizzeremo music live, karaoke, spettacoli, ma anche serate particolari come può essere il cinema all’aperto, e vedere come risponderanno le persone”. Il locale organizza il cenone della vigilia di Capodanno con evento musicale. Per info contattare: 0383/895677.

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