Voghera, da settembre il personale tornerà in presenza negli uffici comunali considerati strategici

VOGHERA – Smart working in comune a Voghera: da settembre si cambia registro. Lo ha deciso la sindaca Paola Garlaschelli anche per garantire maggiori servizi alla cittadinanza. La giunta infatti, alla luce delle necessità di garantire l’erogazione continua ed efficiente dei servizi rivolti ai cittadini e alle imprese, nonché il rigoroso rispetto dei tempi previsti dalla normativa, ha ritenuto opportuno ridefinire alcuni criteri organizzativi generali relativi allo svolgimento dell’attività lavorativa da parte dei suoi dipendenti.

“Ci si trova ora in una fase non più acuta dell’emergenza epidemiologica – sottolinea la sindaca Garlaschelli -, pertanto anche in considerazione delle modifiche normative intervenute in materia, sono stati in primis integrati i servizi pubblici essenziali indicati nella precedente deliberazione. Sono state ritenute totalmente indifferibili, con necessità di prestazione lavorativa in presenza, le attività prestate dal personale assegnato ai servizi demografici e al settore urbanistica”.

Questo al fine di garantire l’erogazione dei servizi nei termini fissati dalle vigenti normative relative ai servizi demografici e alle agevolazioni fiscali previste per interventi di interesse urbanistico. Ricordiamo che gli interventi incentivati con detrazione fiscale del 110%, richiedono lo svolgimento di una serie di pratiche e di accessi presso l’ufficio di urbanistica del comune ove è ubicato l’immobile. Inoltre, a far data da settembre, il lavoro agile dovrà essere organizzato a rotazione tra i dipendenti di un medesimo ufficio e servizio, garantendo che almeno il 50% degli addetti al servizio stesso siano giornalmente in presenza. E’ stato altresì stabilito che le giornate in lavoro agile autorizzabili dai dirigenti per ciascun dipendente che ne faccia richiesta, siano contenute tra un minimo di quattro ed un massimo di sei per ogni mese.

“Ovviamente l’amministrazione – spiega ancora Garlaschelli – si riserva di aggiornare quanto disposto nel caso in cui si riacutizzasse l’emergenza epidemiologica”. Il lavoro agile nella pubblica amministrazione ha attraversato tre fasi: la prima è stata quella del lockdown totale, in cui lo smart working è stata la regola. La seconda, durante la gestione dell’emergenza, in cui è stata fissata la soglia minima del 50%. Con il ‘decreto proroghe’ di fine aprile il ministro Brunetta ha voluto indicare una terza fase, che vede l’eliminazione della soglia minima.

Questo intervento non significa per il futuro 2022 la cancellazione del lavoro agile, bensì la valorizzazione della sperimentazione straordinaria condotta sino ad ora, e la restituzione alle amministrazioni della loro totale autonomia nell’organizzazione del lavoro degli uffici. Si potrà pertanto, in funzione della soddisfazione dei cittadini e dell’efficienza e produttività dei servizi, applicare lo smart working senza più rigidità. D’altronde vi sono funzioni che possono essere svolte proficuamente anche in smart working ed altre invece che richiedono la presenza in ufficio, pena la perdita di efficienza e tempestività.

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