Il Comune di Val di Nizza tende la mano alle aziende e agli operatori del territorio riducendo la Tari

VAL DI NIZZA – Il comune di Val di Nizza tende la mano alle imprese e agli operatori del territorio riducendo la Tari del 65%. In questo modo la giunta guidata dal sindaco Franco Campetti cerca di sgravare le attività commerciali e le imprese che nel corso del 2020 e 2021 sono state pesantemente colpite dal Covid. “Nel corso del 2021 – spiega il sindaco di Val di Nizza – a seguito della rivisitazione delle tariffe adeguandole ai canoni previsti dall’Agenzia Nazionale, abbiamo deciso di diminuire, per il calcolo della Tari, le tariffe del 5 per cento. In particolare per le attività commerciali che hanno subito una diminuzione di reddito dovuto alle note vicende legate al Covid-19 abbiamo cercato, come comune, di dare un segnale positivo applicando uno sconto complessivo del 65 per cento della tariffa”.

Un segnale che l’amministrazione guidata da Campetti ha voluto mettere in campo per dare un sostegno a quelle attività che inevitabilmente hanno avuto o maggiori costi o minori entrate e che in questo momento quindi si trovano in difficoltà. “In questi giorni – spiega ancora il primo cittadino di Val di Nizza – abbiamo inoltre liquidato un contributo alle attività produttive che hanno fatto domanda per investimenti in conto capitale. Il bando era stato aperto nel mese di febbraio e undici imprese hanno fatto domanda e complessivamente abbiamo erogato oltre 19 mila euro. Si tratta di fondi che abbiamo attivato grazie al Ministero nell’ambito delle politiche delle Aree Interne”.

“Abbiamo applicato – conclude il sindaco Campetti – un contributo variabile dal 70 all’80 per cento per investimenti a fondo capitale per quelle aziende che hanno avuto una riduzione del fatturato. In sostanza abbiamo erogato un contributo a fondo perduto fino a 1200 euro una tantum”. Nei prossimi giorni il comune aprirà un bando rivolto alle famiglie più bisognose ed in difficoltà della Val di Nizza, per complessivi 5mila euro da erogare sotto forma di buoni spesa, proprio come era già stato fatto nei mesi seguenti alla pandemia.

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