Il Pd in piazza chiede chiarimenti su quanto accaduto in piazza Meardi e sulla sicurezza in città

VOGHERA – Quello che doveva essere un banchetto sulla riforma della sanità regionale si è trasformato in un vero presidio con ospiti provinciali, regionali e nazioni sul tema “Sicurezza è inclusione” dopo le note vicende di cronaca nera. Il PD non ha aderito alla manifestazione indetta in Piazza Meardi, ma ha fatto un banchetto incontrando la gente. In Piazza Duomo si è riunito tutto il Pd: oltre al segretario cittadino Alessandra Bazardi e il consigliere Ilaria Balduzzi, il senatore Alan Ferrari, il segretario regionale Vinicio Peluffo, il consigliere regionale Giuseppe Villani, la segretaria provinciale Chiara Scuvera, l’ex onorevole Romana Bianchi, Silvia Grossi (Responsabile Forum Provinciale Diritti), Olivier Lontou (responsabile Forum Immigrazione Provinciale), Graziella Invernizzi candidato sindaco di Sannazzaro, Emiliano Scolè consigliere provinciale.

“In realtà i temi di sanità, sicurezza, inclusione e servizi sociali si intrecciano e completano – sottolinea Bazardi . Siamo di fronte a una regione che ha fallito nel campo della sanità, che deve proporre una riforma che vada a colmare le lacune presenti. La persona che è morta aveva problemi, andava seguita, protetta e aiutata, messa in sicurezza. La sicurezza deve essere inclusione, le istituzioni devono garantire la sicurezza ai cittadini che sono invece molto disorientati e spaventati”. “Rafforzare il sistema sanitario significa anche potenziare i servizi di inclusione sociale – afferma Silvia Grossi, responsabile provinciale Pd diritti – mettere al centro gli strumenti adatti per creare comunità responsabili, porre in primo piano i diritti e la dignità delle persone più fragili, le quali vanno sempre tutelate”.

Giuseppe Villani dal canto suo sottolinea: “Come è andata effettivamente non lo stabiliremo certo noi, ma la vicenda, comunque sia, merita una riflessione. E parto da un assunto che mi sembra lampante: l’idea malata di giustizia fai da te produce frutti avvelenati. Quello che è accaduto è gravissimo e servono prese di posizione estremamente chiare. C’è stato un omicidio e a compierlo è stato un rappresentante dei cittadini che girava armato per le piazze della città. Sono vicende che in democrazia non possono e non devono accadere. Ma nell’amministrazione comunale di Voghera sembra essersi diffusa una certa cultura dell’impunità e dell’onnipotenza”.

Sul presidio interviene anche il senatore Alan Ferrari: “Qui non è una questione personale – a quella ci penserà la magistratura – ma sociale. Non è un dibattito tra chi vuole più sicurezza e chi no. È in gioco l’essenza stessa di Voghera e della società nostre città: essere una comunità o no. Se si vuole esserlo occorre costruire, non distruggere. Occorre vivere le piazze, non abbandonarle. Occorre alimentare la fiducia nelle persone e nelle cose, non cercare consenso sulla sfiducia. Voghera ha una grande storia, sono certo che questo fatto tragico farà scattare tutto il suo orgoglio. L’amministrazione leghista si faccia da parte, che non è all’altezza di rappresentarlo”.

Infine il segretario regionale Vinicio Peluffo ha sottolineato: “Siamo scesi in piazza con i cittadini. Dovevamo parlare della riforma della sanità, ma visto il fatto grave accaduto con la sparatoria non abbiamo potuto fare altro che prenderne atto. Un fatto molto grave dove un rappresentante delle istituzioni con delega alla sicurezza che avrebbe dovuto garantire la sicurezza e tutelare tutti i cittadini invece si è macchiato di un fatto di sangue gravissimo. Sarà la magistratura a ricostruire i fatti. Quello che rimane ingiustificato è un assessore che andava in giro armato con una pistola carica. La sindaca ha ritrovato la parola soltanto nelle ultime ore – conclude Peluffo – ma lei avrebbe dovuto parlare alla città nell’immediatezza di quello che è accaduto. Avrebbe dovuto condannare il fatto e la sua gravità. Si è dimostrata di non essere all’altezza”.

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