DI PIERLUIGI BONORA
“Il piccolo Hugo l’ho conosciuto personalmente qualche anno fa a Varzi: era al guinzaglio di “papà” Mattia, e con la mia famiglia ero a caccia di un buon salame. Vispo, con quegli incredibili occhietti neri tanto espressivi, Hughetto sembrava aver capito lo scopo del mio “fuoriporta” e, ricordo ancora benissimo, si era dato una leccatina al suo bel musino. Come per dire: “Vaca, ta meì fat gni l’aculina, ma chi lu (Mattia, ndr) al gha’ in ment ammà di stupidat”.
Qualche settimana dopo il suo “papà” Mattia, annunciava, tramite Facebook, che Hugo era diventato il primo “cane blogger”. Un aspirante collega a quattro zampe, una sorta di praticante (visti i tempi e ciò che si vede in giro e si legge…). Da quel momento, sono seguiti tanti simpaticissimi post dove il blogger a quattro zampe si era di fatto trasformato nell’assistente cicerone di Mattia nel descrivere le bellezze (e soprattutto le prelibatezze) dell’Oltrepò pavese.
Le gag tra “papà” umano e assistente a quattro zampe, quotidianamente a zonzo tra colline, trattorie e… soste pipì, mi hanno da subito divertito. E così, spontaneamente, mi sono immedesimato nel “cane blogger” dandogli una voce umana, rigorosamente in dialetto pavese. Hugo che risponde al “papà”, Hugo che lo prende in giro, Hugo che lo compatisce, Hugo che gli esterna tutto il suo amore e la sua gratitudine, Hugo che gli tira le orecchie, Hugo che fa l’arrabbiato, Hugo che ha la vescica sul punto di scoppiare, Hugo in macchina con i pelucchi bianchi al vento che lo fanno sempre più sembrare a un peluche che sorride, Hugo che…
Hugo che – tra abbaiate discrete, leccatine, bisognini e battutine sarcastiche – ci ha fatto conoscere tanti nuovi angoli nascosti del territorio collinare pavese. E anche perché, con il suo “papà”, ha rispolverato quel dialetto pavese che i giovani di oggi forse non sanno apprezzare o addirittura ignorano.
Diciamo la verità: a un certo punto l’assistente è diventato anche più bravo del suo “papà”. Non è un caso che l’Hughetto degli ultimi tempi se la tirasse un filo… (“che du ball Matia: al mangia me nnimale ‘l dà fora d testa, mah…”)-
Caro Hugo, nei tuoi 5 anni hai dato tanto, anche a noi che seguivamole tue avventure semplicemente dal web. Altro che “Ferragnez”e simili, tu valevi un milione di volte di più, per simpatia, sincerità e fedeltà a “papà” Mattia, “mamma” Manuela e Ilaria.
E ora starai spiegando ai tuoi nuovi amici del “Paradis di can” quanto sia bello e attraente il nostro Oltrepò, come si mangiava e si beveva bene, e quante corse facevi in allegria, come un batufolino motorizzato, tra i prati della Pernice Rossa che Mattia ha scelto, giustamente, come tua ultima “cuccia”.
Semplicemente commovente questo batuffolo bianco !!!! sarà che a giusta ragione nutro per questi stupendi esseri un affetto incommensurabile!!!! Un grande bacio 😘 a te e a tutti i tuoi simili !!!!