VOGHERA Il peperone di Voghera contrasta il processo di invecchiamento cellulare delle persone. A stabilirlo sono i primi dati di una studio, ancora in corso, effettuati dal laboratorio di biologia dell’Università di Pavia. Il peperone di Voghera, a differenza degli altri che si trovano comunemente in commercio, per le sue particolarità è ricco di vitamina C e perfino la parte che solitamente non viene utilizzata come i semi, il picciolo, la placenta contengono sostanze che fanno bene all’individuo.
L’11 novembre il gruppo di ricercatori che operano nel laboratorio di Biologia cellulare e neurobiologia del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie dell’Università di Pavia ha portato a Godiasco Salice Terme le ricerche scientifiche sul Peperone di Voghera, un prodotto che valorizza il nostro territorio.
“Il progetto che abbiamo presentato – spiega la professoressa Maria Grazia Bottone – fa parte del Pnrr Nodes, in particolare dello ‘spoke 7’, che si occupa di agricoltura secondaria, prevedendo la messa sul mercato di prodotti contenenti il peperone di Voghera. In particolare, abbiamo proposto grissini e focaccia contenenti la polpa del peperone e grissini e focaccia contenenti gli scarti del peperone, il picciolo, la placenta e i semi per una dimostrazione di cucina sostenibile e, al contempo, ricca di benefici per la salute”.
I visitatori presenti a Godiasco hanno avuto la possibilità di degustare queste preparazioni, dando un loro giudizio sul gusto. Ciò che ha reso l’iniziativa particolarmente speciale è stato l’approfondimento scientifico offerto dai ricercatori presenti allo stand. Durante la degustazione, i ricercatori hanno infatti illustrato i risultati delle recenti ricerche sugli effetti antiaging del peperone di Voghera e il suo ruolo nel contrastare lo stress ossidativo e nel regolare i meccanismi di morte cellulare legati all’invecchiamento.
Gli studi, ancora in corso, stanno dimostrando come i composti bioattivi presenti nel peperone – inclusi quelli negli scarti – siano particolarmente efficaci nel combattere i radicali liberi e nel modulare i processi cellulari che influiscono sullo stato di salute dell’organismo con l’avanzare dell’età. Un’attenzione speciale è stata data agli scarti, generalmente poco valorizzati ma che, contengono concentrazioni elevate di sostanze antiossidanti, quali vitamina C, vitamina E flavonoidi e capsaicina, capaci di contribuire alla riduzione dello stress ossidativo, uno dei principali fattori che accelerano il processo di invecchiamento cellulare. Questa combinazione tra degustazione e divulgazione scientifica ha riscosso grande successo tra i visitatori della fiera, che hanno potuto conoscere le proprietà organolettiche e nutraceutiche del Peperone di Voghera, sia come ingrediente gastronomico, sia come risorsa potenzialmente utile per la salute.
“Questo progetto ci ha permesso – conclude il ricercatore Fabrizio De Luca – di unire scienza, sostenibilità e cultura del territorio, dimostrando come tradizione e innovazione possano andare di pari passo nel rispetto del benessere delle persone e dell’ambiente”.