La fauna ittica in Oltrepo’ Pavese

VARZI I pesci d’acqua dolce corrente hanno libertà di spostamento limitata rispetto ad altri animali, vedi pesci marini e lacustri, uccelli, mammiferi o insetti volanti; essi infatti possono spostarsi solo lungo il corso del fiume / torrente / canale.

Questi pesci soffrono molto i periodi di siccità per carenza d’acqua; ciò determina riduzione degli spazi ma anche una sua accentuata probabile contaminazione chimica. Soffrono anche l’aumento violento del flusso idrico, in corrispondenza di forti piogge. Anche a causa dei cambiamenti climatici il fenomeno dell’estinzione a carico di organismi che vivono nelle acque dolci è particolarmente grave in tutto il mondo, l’Italia non fa purtroppo eccezione, anzi.

Altro fattore che minaccia pesantemente le specie ittiche originarie del territorio (autoctone) è la presenza di specie importate (alloctone). Esse agiscono in vari modi possibili: A) predano le specie autoctone, B) occupano le nicchie ecologiche delle specie autoctone sostituendosi ad esse, C) trasmettono malattie o parassiti nuovi alle specie autoctone, D) si ibridano con le specie autoctone alterandone le caratteristiche distintive. I corsi d’acqua principali del nostro Oltrepò sono lo Staffora e il Tidone, entrambi di tipo torrentizio.

Le specie di fauna ittica sicuramente presenti sono: Trota fario (Salmo trutta fario), Vairone (Leuciscus souffia), Lasca (Chondrostorma genei), Cobite (Cobitis teania), Cavedano Italico (Squalius squalus), Barbo (Barbus plebejus), Barbo canino (Barbus meridionalis), Alborella (Alburuus arborella) e Gobione (Gobio gobio).

Le sorgenti di Staffora e Tidone sono collocate nella fascia montana e, dopo un percorso che attraversa un vasto e variegato territorio, sfociano in Po. Proprio le profonde differenze territoriali e di quota che intervengono tra la sorgente e la foce fanno sì che la fauna ittica sia eterogenea lungo il loro corso. La presenza di sbarramenti artificiali come dighe, salti e centraline (soprattutto nel caso del Tidone) fa sì che la possibilità di spostamento della fauna ittica venga drasticamente alterata con conseguenze sulla biologia delle varie specie.

L’importanza di preservare la biodiversità dei nostri corsi d’acqua è enorme e da sempre sottovalutata. Occorrerebbero nuove e importanti iniziative specifiche a tutela. Con il contributo del presente articolo ci prefiggiamo di sensibilizzare le persone sul tema, cominciando a illustrare le specie ittiche ancora presenti per farcele conoscere ed amare.

L’articolo nasce nell’ambito dell’Associazione T.A.B.U. (Tutela ambiente biologico universale) nata nel 1996 per iniziativa del prof. Vincenzo Caprioli, che ne è stato Presidente per molti anni.

Il tema “tutela della fauna ittica” viene seguito in particolare dall’autore del presente articolo.

Marco Preda

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