Presentata “Una Cena al Buio”, un’iniziativa benefica per avviare il progetto “Un bastone elettronico per i ciechi di Voghera”

VOGHERA – E’ stata presentata in Sala Consiglio “Una Cena al Buio”, iniziativa che ha visto coinvolti l’UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) Pavia, l’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili (ANMIC) Lombardia, l’Associazione Italiana Maestri Cattolici sez. lombarda, i Lions Club Ultrapadum Ticinum e New Century Club, Comune di Voghera, Regione Lombardia – assessorato alla disabilità, IIS Maserati di Voghera. Si tratta di una prova di solidarietà con i commensali serviti da camerieri non vedenti e in un ambiente completamente oscurato. Il ricavato verrà utilizzato per avviare il progetto “Un bastone elettronico per i ciechi di Voghera” in un percorso ad hoc dal polo trasporti (Stazione FS) al Duomo, già identificato attraverso il progetto “Voghera SMART” del Comune di Voghera. La Cena al Buio si svolgerà presso il “Circolo Il Ritrovo”, in Via Felice Cavallotti 2 a Voghera, Venerdì 27 Ottobre alle ore 20.30 con prenotazione obbligatoria al numero 338/9693005 o e-mail : ecarantini@icloud.com . Per informazioni: uicpv@uici.it .

Alla conferenza stampa hanno partecipato: il vicesindaco del Comune di Voghera Simona Virgilio – l’assessore ai servizi sociali Federico Taverna – il consigliere comunale Laura Anselmi – il presidente UICI Pavia Egidio Carantini – il presidente regionale ANMIC Angelo Achilli – il presidente AIMC Ornella Valerio – il presidente D PEOPLE ODV Lorenzo Pernetti – i referenti provinciali del progetto, Paolo Colli e Andrea Piccolini – il segretario Lions Club Riva Oltrepo’ Mario Piovera – il segretario Lions Club Voghera Castello Visconteo Umberto Guarnaschelli – il presidente Lions Club Pavia Ultrapadum Fabrizio Moro – il presidente Lions Club Voghera Castello Visconteo Gladys Lucchelli – la professoressa IIS Maserati Virginia Bruno.

“E’ un grande piacere partecipare a questo tavolo di presentazione di un progetto di spessore, costruito da una rete notevole di attori – sottolinea il vicesindaco Simona Virgilio, che ha fatto le veci del sindaco Paola Garlaschelli, assente per motivi istituzionali -. Come amministrazione comunale, abbiamo riconosciuto fin da subito le potenzialità di questo progetto e il nostro sostegno non è mancato. Si tratta di un progetto che può contribuire allo sviluppo delle relazioni autentiche necessarie al concetto di comunità. Intendiamo valorizzare la presenza delle associazioni nel territorio secondo logiche di condivisione: è importante per queste realtà fare rete tra di loro, in modo da poter raggiungere obiettivi mirati. Grazie a tutti!”.

“Un ringraziamento va rivolto alle associazioni presenti per aver pensato di coinvolgere anche il nostro Comune in questa, mi permetto di dire, lodevole, ma anche curiosa iniziativa pensata per promuovere una raccolta fondi dedicata ad integrare il progetto “Un bastone elettronico per i ciechi di Voghera”, in un percorso ad hoc già individuato nei mesi scorsi dalla stazione al Duomo grazie al progetto “Voghera Smart” di qualche mese fa – aggiunge l’assessore Federico Taverna -. Indubbiamente la condizione della cecità è una delle forme di disabilità più difficili da accettare e organizzare un evento di questo tipo, una “cena al buio”, aiuta almeno in piccola parte a cercare di capire cosa significhi affrontare la quotidianità senza poter usufruire nel senso della vista. Per questo riteniamo l’iniziativa anche molto innovativa dal punto di vista della comunicazione e del coinvolgimento della cittadinanza per sensibilizzare su questo tema”.

Una cena nella completa oscurità

L’intenzione è quella di dimostrare come è possibile orientarsi e cenare nelle tenebre senza problemi. I clienti, che saranno immersi nella più completa oscurità, saranno accompagnati al tavolo da camerieri non vedenti e ordineranno la cena come si fa in un qualsiasi locale. Cenando al buio si ha l’occasione di scoprire e affinare gli altri sensi. I piatti saranno giudicati per il loro odore e per il gusto che non potrà essere associato a nessuna immagine. L’iniziativa vigevanese è da considerarsi come un modo nuovo di comunicare la cecità e la condizione dei disabili visivi. Liberati dalla consueta egemonia della vista che spesso inganna gli altri sensi, i clienti assoceranno al cibo sapori quasi dimenticati. Come cambia la percezione di odori e sapori al buio? La percezione è un concetto complesso che non comprende certamente soltanto la vista ma che è un insieme di sensazioni portate anche dagli altri sensi, oltre, ovviamente allo stato emotivo nel quale ci troviamo in quel momento. In poche parole, se si dovesse rifare l’esperienza la si vivrebbe diversamente…perché siamo già diversi la prossima volta. È come quando scattiamo una fotografia che per noi vale molto e quando la rivediamo ci accorgiamo che non ci restituisce appieno quel momento magico in cui è stata scattata, semplicemente perché la fotografia non è la realtà ma una sua metafora. Come funziona l’ideazione o immaginazione creativa? Noi immaginiamo secondo gli strumenti che stanno nel nostro vocabolario mentale: una sedia, ad esempio, possiamo rappresentarla visivamente nella nostra mente se l’abbiamo vista; se l’abbiamo toccata la immagineremo come una forma-e la sogneremo anche come tale- un cieco dalla nascita si fa un’idea delle cose legata alla possibilità dell’utilizzo dei sensi residui e non è detto che in questa immagine mentale abbia meno valore o sia essenzialmente più povera di quella visiva, solo è diversa. L’astrazione è possibile anche per un cieco e per un sordo solo con modalità diverse. Perché durante la cena al buio si tende a parlare ad alta voce? In mancanza del riferimento visivo che, come dicevo, è totalizzante soprattutto nel nostro “villaggio globale” si tende a compensare la mancanza, il senso di vuoto che ci da il buio, quasi volessimo “farci compagnia” con una voce più forte. In genere come reagiscono le persone quando si trovano per la prima volta al buio? Le reazioni sono tra le più varie ma raramente si è colpiti da senso di angoscia insopportabile. La trattazione scientifica che si può fare è praticamente infinita basti pensare alla paura del buio dei bambini (un buio che può popolarsi di streghe, gnomi e folletti) e ad alcune patologie(o presunte tali) dell’adulto. Probabilmente c’è anche una spiegazione antropologica che ci riporta ai grandi rischi a cui eravamo esposti nel buio della notte: predatori e nemici nell’alba della nostra civiltà. È comunque risaputo che alcuni tra i più grandi artisti (alcuni erano ciechi) preferiscono lavorare di notte, non disturbati da troppe sollecitazioni che fanno del mondo una “babele” di lingue e di distrazioni dall’essenziale. Il “deserto” biblico come luogo di rigenerazione e di riscoperta di sé e di Dio potrebbe essere anche il buio. Gli approfondimenti possibili sui ciechi sono infiniti : da “Cecità” di Saramago (Einaudi) sulla cecità come metafora della condizione umana a “Il cieco” di Kahlil Gibran ,atto unico, San Paolo Edizioni. Possiamo continuare con “Un Antropologo su Marte” di Oliver Sachs ( Astrolabio), in particolare con il racconto “At first sight” in cui li famoso psichiatra racconta la storia di un suo paziente cieco alle prese con l’amore per una vedente (c’è anche il film “A prima vista” che trova in DVD alla Feltrinelli)

Bastone elettronico

Il bastone elettronico è costituito da un dispositivo leggerissimo, solo 8 grammi, che viene integrato nel bastone bianco, permettendogli di colloquiare con altri dispositivi, detti radiofari. Questi, dalle sembianze di piccole scatole, vengono sistemate nell’ambito urbano ad esempio in un negozio, all’ingresso di una scuola, sul palo del semaforo. Quando la persona si trova in prossimità di un radiofaro, il bastone gli dirà, ad esempio, il nome del negozio che sta affiancando. Se la persona ha interesse a visitare quel preciso luogo, si attiverà un suono personalizzato che lo guiderà all’ingresso con una precisione millimetrica. Rimanendo nell’esempio del negozio, nel momento in cui il radiofaro comincia a suonare, il personale dell’attività capirà che sta per arrivare un ipovedente e saprà accoglierlo nel migliore dei modi evitando situazioni di imbarazzo e disagio che, quotidianamente, le persone con disabilità visiva si trovano a dover vivere. Visto dall’esterno può sembrare un normale bastone bianco per ciechi, ma in realtà è un vero e proprio concentrato di tecnologia, che consente a chi non vede di orientarsi meglio in città, essere guidato da una voce verso precisi punti di interesse e interagire con lo spazio circostante. Entrando nel “cuore” di Letismart, questo è il nome del dispositivo va detto che si tratta di un bastone bianco che integra al proprio interno due sistemi ad altissima tecnologia il primo dei quali, detto Voce, è un microcomputer del peso di pochi grammi, in grado di interagire con una rete di radiofari collocati nello spazio circostante. Grazie a questo sistema, una volta che la città si sia dotata della necessaria infrastruttura, il bastone bianco può fornire vocalmente tutta una serie di informazioni, utilissime per la mobilità, quali la collocazione di attraversamenti con semaforo sonoro, di esercizi commerciali o di altri punti di interesse, ma anche indicazioni sui mezzi pubblici in arrivo in una data fermata e moltissimo altro. Il secondo sistema integrato in LetiSmart, detto Luce, è un segnalatore luminoso che si attiva in caso di scarsa visibilità, rendendo la persona cieca più visibile e quindi migliorandone la sicurezza.

“LetiSmart è un dispositivo innovativo – sottolineano dall’UICI -, perché condensa soluzioni altamente tecnologiche, senza però snaturare lo strumento bastone bianco che, proprio per le sue caratteristiche di forma, peso ed ergonomia, si rivela tuttora utilissimo. Inoltre, è innovativo perché funziona in due direzioni: consente cioè a chi lo usa di ricevere informazioni, ma anche di interagire con lo spazio circostante, ad esempio attivando dei segnalatori acustici posti sulle porte di un tram o di un bus”. “Crediamo sia importante parlarne il più possibile – aggiungono dall’Associazione – perché, per funzionare al pieno delle proprie potenzialità, LetiSmart ha bisogno di una capillare rete infrastrutturale, il che implica il coinvolgimento e la sensibilizzazione delle amministrazioni locali, degli esercenti, delle imprese che gestiscono il trasporto pubblico e altri ancora”. Come se fosse Siri o Alexa ma nascosto nel tradizionale bastone bianco per non vedenti. Basta parlare con il dispositivo e ascoltare le sue indicazioni per capire se, per esempio, sta arrivando l’autobus o se il semaforo è verde. È quello che fa Letismart, un dispositivo che permetterà ai disabili visivi di orientarsi e interagire con l’ambiente urbano muovendosi in autonomia. Un sistema che può essere collocato in punti strategici come incroci, semafori, fermate dell’autobus, uffici, negozi ma anche siti turistici, ospedali, scuole per città smart sempre più inclusive. Tramite l’apposizione di un minuscolo microchip dal peso di appena 8 grammi, il sistema consente di mettere in comunicazione il tradizionale bastone bianco con i diversi punti di interesse e di dialogare con l’ambiente sotto diversi aspetti: dall’individuazione e interazione con i mezzi pubblici e i semafori, all’orientamento in negozi, scuole, uffici, inclusa la gestione di situazioni difficili: lavori in corso, uscite di sicurezza e ogni altro punto che si debba individuare e raggiungere con precisione. “Con questo sistema l’autonomia dei ciechi fa veramente un passo avanti notevole”, ha commentato il presidente dell’Uici, Mario Barbuto. “La tecnologia è una delle chiavi più importanti per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità visiva, da affiancare a quegli elementi tradizionali come il bastone bianco e il cane guida per la mobilità e il metodo Braille per l’istruzione e la lettura, che restano insostituibili”.

Nuove progettualità UICI – ANMIC – D PEOPLE

ll progetto D PEOPLE – Testimoni della disabilità intende portare la testimonianza di persone con disabilità rispetto alla propria vita con la Disabilità nella ricerca di inclusione sociale, in alcuni Istituti Comprensivi dei territori di Pavia, Vigevano e Voghera, Il progetto prevede che gli studenti siano attivi: non si tratta di ascoltare passivamente una testimonianza, seppur importante, ma di attivare un ascolto partecipato e interattivo. Gli studenti verranno formati alle soft skills, le competenze trasversali di comunicazione, empatia, flessibilità; saranno loro a realizzare le interviste ai testimoni e a produrre un breve video documentativo. Il Progetto sarà svolto in collaborazione con ANMIC Comitato Regionale Lombardo, AIMC (Associazione italiana Maestri Cattolici) sezione Lombarda e D PEOPLE ODV.

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