Questa mattina nella chiesa di San Vittore le celebrazioni per la festa di Sant’Antonio Abate

VOGHERA Si sono svolte questa mattina a Voghera, presso la chiesa di San Vittore, le celebrazioni per la festa di Sant’Antonio Abate, evento organizzato e promosso dall’Associazione La Clessidra con il patrocinio del Comune di Voghera.

Dopo la Santa Messa presieduta da Don Marco Daniele, i bambini delle scuole della città si sono resi protagonisti di letture dedicate al Santo, le celebrazioni si sono chiuse con la tradizionale Benedizione del Fuoco e degli Animali presso la Caserma dei Vigili del Fuoco adiacente la Chiesa di San Vittore.

Alle celebrazioni hanno partecipato gli alunni delle scuole Istituto Comprensivo S. Pertini, Istituto Comprensivo Via Dante, Istituto Santa Caterina (Suore Agostiniane) e Istituto Sacra Famiglia (Suore Benedettine), la Comunità Pastorale, Don Marco Daniele e gli uomini del Comando Vigili del Fuoco di Voghera.

“E’ un onore e un piacere partecipare a questo momento solenne e importante, dedicato ad una figura, Sant’Antonio Abate, – ha detto il sindaco Paola Garlaschelli – che tramanda anche e soprattutto oggi, nella nostra società, valori e princìpi fondamentali, che meritano di essere ribaditi e rilanciati ogni giorno dalla Comunità Cristiana e dalle Istituzioni, perché come ho sempre sostenuto vedo nella Comunità Cristiana un prolungamento delle Istituzioni, un supporto meraviglioso alle Istituzioni e al compito che le Istituzioni hanno verso i cittadini. Sono felice che questo momento si svolga alla presenza di tanti giovani, con il coinvolgimento delle scuole della città, perché quando siamo di fronte a valori preziosi dobbiamo prima di tutto pensare a custodirli e trasferirli alle giovani generazioni, affinché possano farne tesoro e costruire di essi il loro mondo, il mondo del domani”.

“Celebriamo Sant’Antonio in un momento storico in cui la nostra Comunità, le nostre Comunità sono state e sono chiamate ad affrontare sfide importanti, difficili, nuove. – ha continuato il sindaco -Mi riferisco ovviamente agli ultimi due anni e mezzo in cui di fronte a qualcosa di nuovo come la pandemia ci siamo ritrovati improvvisamente fragili, soli, spaesati. Ci siamo resi conto nelle difficoltà, come sempre avviene, che il benessere economico e i beni materiali non ci completano davvero, che il benessere è certamente importante ma a poco vale se non è accompagnato da una consapevolezza di valori e di legami solidi”.

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