“Vietato dare da mangiare ai cinghiali”. L’ordinanza congiunta dei comuni di Godiasco Salice Terme e di Rivanazzano Terme

SALICE TERME Vietato dare da mangiare ai cinghiali e mantenere almeno 30 metri di distanza da questi animali per garantire la propria incolumità. Arriva un’ordinanza congiunta da parte delle amministrazioni comunali di Godiasco Salice Terme e di Rivanazzano Terme. Il tutto dopo che nei giorni scorsi erano stati visti ben nove cuccioli di cinghiale che girovagavano nel parco delle Terme di Salice. Mentre ieri mattina gli stessi sono stati avvistati, attorno alle 12, nel parco Brugnatelli di Rivanazzano. In entrambi i casi gli animali non sono certo passati inosservati, tanto che qualcuno che stava tranquillamente passeggiando lungo i vialetti di questi due polmoni verdi, alla vista dei cinghiali sono scappati ed hanno immediatamente chiamato le forze dell’ordine.

Nell’ordinanza vige il divieto assoluto all’interno di tutto il territorio comunale, dunque Godiasco, Salice e Rivanazzano, di fornire direttamente cibo, bevande, alimenti o cibi di qualsiasi tipo, compresi gli scarti alimentari delle cucine private o pubbliche, nonché scarti vegetali agli ungulati o a specie appartenenti alla fauna selvatica, o indirettamente abbandonando sul territorio comunale cibo che possa attirare questi animali. Nell’ordinanza inoltre viene avvisata anche la popolazione, in caso di avvistamento di cinghiali, singoli o in branchi, di mantenere una distanza di sicurezza minima di 30 metri. Inoltre i proprietari di cani, che si accingono ad essere accompagnati in spazi pubblici, viene chiesto di rispettare rigidamente le regole circa l’utilizzo del guinzaglio nella conduzione dell’animale domestico e verificare preventivamente se vi è presenza di cinghiali, evitando, ove possibile, il contatto ravvicinato.

Infine i due sindaci lanciano un appello ai cittadini a collaborare segnalando ai due comuni, tramite la Polizia Locale, o ai Carabinieri Forestali – istituzionalmente competenti in materia di fauna selvatica – tutte le situazioni di disagio o altro derivanti dalla somministrazione abusiva di cibo. Per chi non rispetta le regole sono previste multe da 25 a 500 euro.

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