Sci in Appennino: “La chiusura sarà una mazzata per tutti noi”

VARZI – “Impianti di risalti chiusi? Per noi una perdita catastrofica”. Sono sulla stessa linea d’onda i gestori degli impianti di risalita di Pian del Poggio e del Passo Penice. Suona quasi come una beffa a Pian del Poggio, nel comune di Santa Margherita di Staffora, a 1320 di altitudine dove si trova l’unica seggiovia presente in provincia. Qui infatti, nei prossimi giorni sono previste abbondanti nevicate. Addirittura al Passo Penice al confine tra Lombardia ed Emilia con le basse temperature i gestori sarebbero pronti a sparare la neve artificiale per innevare le piste. Ma tutti restano fermi in attesa di conoscere le decisioni del governo.

“E’ vero che lo sci è uno sport e non è indispensabile – sottolinea Alessandro Custolari gestore della seggiovia di Pian del Poggio – ma è altrettanto vero che dietro a questa attività ci sono società che ruotano intorno al mondo della neve come bar, ristoranti e noleggi. Proprio nelle scorse settimane abbiamo firmato un protocollo con la conferenza delle Regioni e delle Province con le linee guida per l’utilizzo per gli impianti di risalita per garantire la massima sicurezza in vista di un’eventuale riapertura”. Da Pian del Poggio arriva un attacco nei confronti del governo. “Purtroppo mi sembra che non abbia un progetto a lungo termine – dice Custolari – e questo è inaccettabile. Quello che ci fa ancora più rabbia è che in questo momento saremmo anche in grado di aprire gli impianti ma purtroppo dobbiamo stare fermi a causa delle decisioni prese a Roma. Ci sono località – continua Custolari – che investono fior di milioni per innevare le piste e in questo momento sano lasciate allo sbaraglio perchè non sanno cosa fare”.

Si parla poi del danno economico che comporta la chiusura degli impianti in una località dell’Appennino come Pian del Poggio. “Ogni settimana con la neve sono almeno 600 gli sciatori che scelgono la nostra località – sottolinea Custolari – con un indotto mensile che si aggira tra i 130 e i 150 mila euro, il tutto senza considerare le vacanze di Natale che rappresentano l’80% del fatturato. Sicurezza? Chi scia indossa il casco, gli occhiali, la mascherina e i guanti. Più sicuri di così…”.

C’è tanta amarezza anche al Passo Penice. “In questi giorni stiamo completando tutti collaudi degli impianti che sono chiusi da otto mesi, dallo scorso febbraio – sottolinea Pier Luigi Sala gestore con il figlio Andrea degli impianti di risalita -. Da questa sera saremmo pronti a sparare la neve artificiale e abbiamo già posizionato anche tutti i cannoni. Restiamo in attesa delle decisioni che arrivano dal governo, senza dimenticare che il 21 dicembre è previsto un altro Dpcm che potrebbe dare una svolta per lo sci in Italia. Se bloccano gli impianti – prosegue Sala – sarà un grosso guaio per noi che abbiamo ancora 200 mila euro da investire per completare il ‘Progetto Penice’ mentre credo che le stazioni alpine faranno una vera e propria rivoluzione perchè significherebbe mandare in rovina l’intero comparto”.

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