Festeggiati i 100 anni dell’Eremo di Sant’Alberto di Butrio

SANT’ALBERTO DI BUTRIO – Grande festa oggi all’Eremo di Sant’Alberto di Butrio. La comunità religiosa ha elevato al cielo la preghiera di ringraziamento in occasione dei cento anni della presenza degli eremiti di don Orione a Sant’Alberto di Butrio, in questa piccola oasi immersa tra i boschi delle colline di Ponte Nizza.

Quell’eremo che per trecento anni, tra il 1600 ed il 1900 fu abbandonato a se stesso ed iniziò a cadere in rovina ebbe una seconda vita proprio grazie sall’idea di San Luigi Orione di trasferire quassù gli eremiti della Divina Provvidenza, da lui stesso ideati. “Nel centenario di fondazione del ramo eremitico 1899-1999 – racconta fra Ivan Sevà -veniva pubblicato un opuscoletto dal titolo “Il beato Luigi Orione e gli Eremiti della Divina Provvidenza” e grazie al prezioso lavoro del confratello don Antonio Lanza prendo spunto da questo paragrafo di introduzione che cita cosi: “Il 1920 registra un avvenimento che avrà il suo peso nella storia degli Eremiti della Divina Provvidenza fino ai nostri giorni: il loro ritorno all’Eremo di Sant’Alberto. Ai primi di quell’anno don Paolo Cassola era passato a Verretto di Voghera, lasciando vacante la Parrocchia di S. Alberto.

Don Orione faceva allora notare al vescovo monsignor Pietro Grassi, l’opportunità di riportarvi lassù gli Eremiti: “Non occorre che le dica perché gli Eremiti furono tolti o allontanati di là; dirò solo che essi non se ne sono resi indegni, anzi! Ora che la parrocchia di Sant’Alberto è vacante, non converrebbe rimetterli? La parrocchia di Sant’Alberto poi è la più piccola, credo, di tutte le parrocchie della diocesi, perché non ha che 78 parrocchiani, almeno così era qualche anno fa. E’ parrocchia povera assai e la casa canonica fu lasciata andare, tanto che non è quasi più abitabile… A S. Alberto tutto ora è una ruina che fa piangere”. Oggi l’eremo è abitato da sei religiosi, il superiore e parroco è don Agostino Casarin. Ci sono poi don Luigi Fiordaliso, fra Mauro, fra Ivan, fra Fausto e fra Alejandro che proviene dall’Argentina.

“A Dio piacendo – dice ancora fra Ivan – in settembre avremo l’inserimento di un novizio. E in quest’anno si era avviato un progetto di restauro di un affresco in particolare nella chiesetta di S. Alberto. Poi a causa della pandemia si è bloccato tutto ma nell’augurio di una pronta ripresa facciamo anche un appello a chi volesse darci una mano sia per il restauro e ringraziamo anche quanti, pur in questo tempo di crisi, ci sono stati vicini con piccoli gesti che si sono rivelati molto preziosi. Grazie a tutti e andiamo avanti con fede”.

La messa è stata celebrata da don Flavio Peloso, settimo successore di don Orione e oggi alla guida di questa comunità spirituale. Dopo la messa il rettore dell’Eremo, don Agostino Casarin ha benedetto nel piazzale antistante l’abbazia un nutrito gruppo di motociclisti arrivati sin qui da Garlasco.

Rispondi