Hugo indaga sullo spettro del conte Pietro Dal Verme

ZAVATTARELLO – Nel castello dal Verme di Zavattarello ci sono i fantasmi, lo posso testimoniare”. Queste le parole di Hugo, il nostro reporter a Quattro Zampe che nei giorni scorsi si è recato a visitare l’antica rocca medievale, che dall’alto, domina la Val Tidone. “Erano le 21 e stavo zampettando vicino alle mura del maniero quando ad un certo punto mi è apparso ad un metro di altezza, lo spettro di un uomo di mezza età. Indossava abiti ben curati e il suo sguardo sembrava spento. Qualche metro più in la ho notato una seconda presenza, quella di una donna che piangeva capovolta. – Afferma Hugo, che per lo spavento drizza ancora il pelo. – Ad un certo punto gli occhi dell’uomo, si sono accesi di una luce bianca. Dalla paura ho fatto la “pp” proprio vicino al portone d’ingresso ed ho iniziato ad abbaiare come un folle”. Il fantasma si avvicina minaccioso ad Hugo rivolgendogli le seguenti parole: “sono Pietro Dal Verme, il castello è mio. Lei è quella pazza di mia moglie. Chi sei tu che osi avvicinarti alle mura?”.

“Quando l’ho sentito parlare con quella voce rauca, a volte scandita con un certo balbettio, sono fuggito lungo la strada che scende nella piazza Dal Verme. -Afferma Hugo, incredulo – Ho continuato ad abbaiare senza fermarmi, per le vie del borgo con la sensazione di essere osservato dalle tante finestre delle case”. Il nostro, non di certo coraggioso reporter, ha continuato a vagare zizzagando per il centro storico di quel paese, finchè non si è trovato davanti un signore anziano che puntandogli il dito gli ha detto: “Hugo hai paura?. Hai visto forse un fantasma? Noi siamo abituati a convivere con gli spettri che dimorano tra le mura del castello. Hai sicuramente incontrato Pietro Dal Verme. Devi sapere una cosa su di lui. Il conte fu ucciso dalla seconda moglie Chiara Sforza non contenta di essere stata una scelta di ripiego. Il 17 ottobre del 1485 la donna aggiunse un potente veleno alla colazione di Pietro e per il dal Verme non ci fu scampo. Da allora il suo spirito irrequieto aleggia tra le antiche mura spaventando residenti e turisti. Caro Hugo. Nel corso dei secoli successivi sono accaduti fatti strani: sedie spostate, strani rumori, porte aperte misteriosamente, spartiti scomparsi durante i concerti e voci maschili senza volto”.

Al termine del suo racconto l’anziano barbuto sparisce all’improvviso lasciando il nostro Hugo senza parole. “I fantasmi esistono. – Conclude convinto Hugo mentre si ritira nella sua cuccia – Sono spiriti di persone infelici che non troveranno mai pace e che gridano vendetta per gravi torti subiti in epoche passate. Ora dormo e spero di non avere degli incubi. Bau Bau”.

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