VARZI – Nuovo secco no della Provincia di Pavia alla realizzazione di un parco eolico sul Monte Giarolo.
Il progetto prevede la costruzione di un impianto eolico industriale al confine tra Piemonte e Lombardia, coinvolgendo il Comune di Santa Margherita di Staffora, oltre ai territori della Val Curone e della Val Trebbia. Il cantiere avrebbe una durata stimata di 48 mesi e prevede l’installazione di 20 aerogeneratori di grandi dimensioni, con una potenza nominale complessiva pari a 124 MW.
Dopo che il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha avviato ad inizio aprile una nuova fase di consultazione della durata di 30 giorni — appena conclusasi — a seguito della presentazione di documentazione integrativa da parte della società proponente, la Provincia ha inviato un nuovo documento in cui ribadisce il proprio dissenso al progetto.
“L’intervento – si legge nella nota della Provincia – è incompatibile con le disposizioni di tutela del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale vigente, nonché del Piano Paesaggistico Regionale, per le aree di elevata naturalità in cui si inserisce il progetto. Inoltre, andrebbe a incidere in maniera invasiva sul tracciato della cosiddetta ‘Via del Sale’. Si esprime, per quanto di competenza, una valutazione negativa all’intervento”.
“La nostra è una scelta di responsabilità verso le generazioni future. L’Oltrepò Pavese è un patrimonio di biodiversità e bellezza, ma anche un territorio fragile che va tutelato. Non si possono calare dall’alto progetti industriali che ne stravolgano l’equilibrio, mettendo a rischio l’identità stessa delle nostre comunità montane.
Vogliamo investimenti in innovazione e sostenibilità, ma che siano compatibili con le vocazioni dei nostri territori”, conclude il presidente Palli. “Chiediamo che si apra una riflessione nazionale seria sul tema dell’eolico industriale in Appennino. Occorre promuovere modelli di sviluppo che valorizzino il paesaggio, le economie locali e il turismo dolce, anziché cancellarli. L’Appennino non è una terra da colonizzare, ma un bene comune da custodire”.