Regione Lombardia e Provincia di Pavia contro il maxi progetto eolico sull’Appennino

VARZI – La Regione Lombardia ha espresso un parere negativo al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica sul progetto del parco eolico denominato ‘Monte Giarolo’. Il progetto consiste nella realizzazione di un impianto eolico industriale che dovrebbe sorgere tra il territorio della Regione Piemonte e della Lombardia, interessando il Comune di Santa Margherita di Staffora. Il cantiere per la realizzazione del parco eolico avrebbe una durata di 48 mesi e prevede l’installazione di grandi aerogeneratori, 20 in totale con potenza nominale complessiva pari a 124 MW. Per Regione Lombardia la realizzazione di quest’opera danneggerebbe in modo irreparabile l’ambiente, perché l’intervento porterebbe un’alterazione del paesaggio. Della stessa opinione anche i Comuni piemontesi interessati, che hanno dato parere negativo per le stesse motivazioni.

“La Lombardia – ha sottolineato l’assessore regionale lombardo all’Ambiente e Clima, Giorgio Maione – crede nelle energie rinnovabili, ma non a scapito della conservazione paesaggistica. Vogliamo un progresso sostenibile e compatibile con il nostro territorio e le sue peculiarità”.

Gli fa eco il presidente della Provincia di Pavia oltre che della Comunità montana Giovanni Palli. “Siamo favorevoli all’energia pulita e agli obiettivi di decarbonizzazione – dice Palli – ma non possiamo accettare che vengano sacrificati ambienti naturali di valore assoluto, contesti culturali, storici e paesaggistici unici, in nome di uno sviluppo che non tiene conto delle peculiarità dei territori”.

E ancora: “La nostra è una scelta di responsabilità verso le generazioni future. L’Oltrepo Pavese è un patrimonio di biodiversità e bellezza, ma anche un territorio fragile, che va tutelato. Non si possono calare dall’alto progetti industriali che ne stravolgano l’equilibrio, mettendo a rischio l’identità stessa delle nostre comunità montane. Vogliamo investimenti in innovazione e sostenibilità, ma che siano compatibili con le vocazioni dei nostri territori – conclude Palli –. Chiediamo che si apra una riflessione nazionale seria sul tema dell’eolico industriale in Appennino. Occorre promuovere modelli di sviluppo che valorizzino il paesaggio, le economie locali e il turismo dolce, anziché cancellarli. L’Appennino non è una terra da colonizzare, ma un bene comune da custodire”.

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