Tanti pellegrini all’Eremo di Sant’Alberto di Butrio per il centenario dell’arrivo del venerabile frate Ave Maria

NIZZA Tanta folla, tanti pellegrini sono accorsi domenica all’Eremo di Sant’Alberto di Butrio in occasione del centenario dell’arrivo del venerabile frate Ave Maria proprio nell’abbazia sita nel comune di Ponte Nizza.

Sotto la grande quercia posta dinanzi a questo luogo di culto risalente al X secolo ci sono stati momenti di letture e di ricordi e racconti diretti di chi ha conosciuto Frate Ave Maria che era considerata una persona speciale che ha abitato per oltre quarant’anni tra le mura di questo eremo.

Durante la giornata è stata ricordata la figura di Frate Ave Maria, nella realtà Cesare Pisano, che nacque a Pogli, frazione di Ortovero, piccolo paese in provincia di Savona, primo di cinque figli, quattro maschi e una femmina. Il padre Cesare faceva il panettiere, la madre Serafina, quando il marito era per molto tempo lontano dal paese, emigrato in Sud America, si trovava a sostenere da sola la conduzione della famiglia.

Fino a dodici anni la vita di Cesare Pisano, era uguale a quella di tanti suoi coetanei. Il 1° novembre 1912 un compagno di giochi lo colpì al volto con un colpo di fucile, creduto scarico, rendendolo irreparabilmente cieco. L’8 maggio 1913 fu accolto nell’Istituto per ciechi David Chiossone di Genova, dove rimase fino al 1920: furono anni di crisi e di buio spirituale. Nel 1923, esattamente cento anni fa, giunse all’Eremo di Sant’Alberto di Butrio dove vi rimase sino al 1964, anno della morte, conducendo una vita di preghiera e penitenza, e alcuni testimoni parlano anche di episodi di estasi, levitazione e preveggenza. Nel 1982 fu introdotto il processo di beatificazione e nel 1997 papa Giovanni Paolo II lo ha dichiarato venerabile.

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