Stanziati altri 3 milioni e 200mila euro per sistemare le strade delle fascia montana dell’Oltrepo Pavese

VARZI Stanziati altri 3 milioni e 200mila euro per sistemare le strade delle fascia montana dell’Oltrepo pavese. Si tratta della sp 38 che da Colli Verdi scende verso Borgo Priolo, la sp 89 Brallo-Penice, la sp 88 Brallo-Passo del Giovà, la sp48 Casanova Staffora-Pianostano-Pian del Poggio, la sp 91 Varzi-Castellaro, la sp 90 Casanova Staffora-Pian del Poggio attraverso l’abitato di Cegni e la sp 186 Varzi-Brallo, tutte strade soggette a dissesti di grande importanza come cedimenti di parte della sede stradale o caduta di materiale dei versanti posti a ridosso delle strade stesse.

Un intervento come non si ricordava da anni che fa seguito anche ai lavori in corso in questi giorni lungo sempre la sp 48 poco dopo l’abitato di Fego per ricostruire parte della sede stradale sciviolata in Staffora per una spesa complessiva di 500mila euro.

“Si tratta di un ulteriore passo avanti per le nostre comunità locali – spiega il presidente della Provincia, Giovanni Palli – grazie ad un’attenzione, sempre più puntuale, ai bisogni dei territori più fragili come quello dell’area interna Alto Oltrepo Pavese. Un’area, come noto, dove le situazioni di dissesto idrogeologico imperversano creando importanti disagi e criticità agli abitanti di tale zona”.

“Sono soddisfatto – continua il presidente della Provincia nonché della Comunità montana dell’Oltrepo Pavese – perché l’approvazione di oltre 16 interventi da parte della Provincia è il frutto di un lavoro di squadra con i sindaci dell’area interna Alto Oltrepo Pavese e la Comunità montana. Un percorso che, già dal prossimo anno, ci permetterà di investire oltre 3 milioni di euro sulla viabilità ed i dissesti dell’area montana”.

“Il lavoro di squadra – conclude Palli – paga sempre e, grazie all’approvazione dei progetti esecutivi degli interventi, siamo pronti a rendere realtà e concretezza nelle nostre strade questa importante linea di azione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per le aree interne”.

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