Torna la caccia anche nelle aree che a gennaio erano state dichiarate a rischio per la diffusione della peste suina

VARZI Torna la caccia anche nelle aree che a gennaio erano state dichiarate a rischio per la diffusione della peste suina. Seguendo il calendario venatorio da domenica dunque le doppiette potranno tornare a sparare negli undici comuni dove fino a pochi giorni fa vigeva il divieto assoluto nel svolgere l’attività venatoria. Il tutto grazie alla revoca dell’ordinanza emessa a gennaio da parte del presidente della Regione Attilio Fontana.

Tirano un sospiro di sollievo e si dicono soddisfatti i cacciatori appartenenti all’Ambito territoriale caccia numero 5 di Varzi che temevano che per questa stagione non ci sarebbe stata la possibilità di svolgere l’attività venatoria. Ma i dati confortanti arrivati sul tavolo della Regione che hanno dimostrato come la peste suina non abbia intaccato il territorio collinare e montano dell’Oltrepo ha permesso al presidente Fontana di fare un passo indietro e di revocare l’ordinanza di restrizione.

“Siamo molto soddisfatti della decisione presa – sottolinea Gabriele Scabini presidente dell’Atc 5 di Varzi – e ringrazio tutti i cacciatori che in questi mesi hanno lavorato per effettuare sopralluoghi e controlli su tutto il territorio per capire se la peste suina avesse intaccato anche l’Oltrepo. Dopo mesi di restrizioni finalmente si riparte”. Fondamentale in questi mesi è stata anche l’installazione di una rete metallica lungo lo spartiacque tra Valle Staffora e Val Curone per evitare che i cinghiali infetti che erano stati ritrovati in territorio piemontese potessero sconfinare in quello oltrepadano.

Undici erano i comuni considerati a rischio peste suina: Rocca Susella, Montesegale, Menconico, Val di Nizza, Bagnaria, Santa Margherita di Staffora, Ponte Nizza, Brallo di Pregola, Varzi, Godiasco e Cecima. In quest’area era stato vietato ogni tipo di attività. Poi la decisione di abbattere 300 capi, arrivata a maggio per cercare di contenere il numero dei cinghiali permettendo così ai cacciatori di uscire perl’abbattimento sia in selezione che in contenimento, due formule differenti gestite da una parte dall’Atc e dall’altra dalla Polizia provinciale.

In Piemonte si potrà cacciare il cinghiale anche di notte, basta che si utilizzi un visore notturno o altri strumenti simili. Lo stabilisce l’ordinanza della Regione, firmata dal vicepresidente Fabio Carosso in vigore da qualche giorno e che prevede misure urgenti e mirate per diminuire la presenza di cinghiali sul territorio. “Il cacciatore che intende esercitare la selezione al cinghiale in qualunque ambito territoriale di caccia o comprensorio alpino diverso da quello di ammissione – prosegue l’ordinanza – deve richiedere la relativa autorizzazione all’ente di gestione che la rilascia entro 48 ore senza oneri economici aggiuntivi”. Il provvedimento adottato dalla regione rientra tra le ‘Misure urgenti per le attività venatorie e di controllo faunistico per l’eradicazione della Peste Suina Africana’. 

Rispondi