Processo Fibronit: centinaia di morti per asbesto e nessun colpevole. Assolti gli ex amministratori, la rabbia dei famigliari

BRONI – Il processo d’Appello-bis per le morti d’amianto della fabbrica Fibronit di Broni si è concluso con l’assoluzione degli ultimi due ex manager ancora a giudizio. Si tratta di Michele Cardinale, 75 anni, e Lorenzo Mo, 71 anni, che erano accusati di omicidio colposo. Dei 10 imputati iniziali, tre erano stati assolti in precedenza e altri cinque sono morti o sono stati giudicati incapaci di attendere al processo. Per gli ultimi due imputati la Procura generale aveva chiesto nella scorsa udienza rispettivamente 3 anni e 2 mesi di reclusione per Cardinale e 2 anni e 8 mesi di reclusione per Mo, ma invece è arrivata la piena assoluzione.

Il tribunale di Pavia nel 2017 in primo grado aveva condannato Cardinale a 4 anni e Mo a 3 anni e 4 mesi. La Cassazione, dopo una riduzione di pena in Appello, aveva annullato la sentenza di secondo grado rinviando a questo nuovo processo d’Appello. “I due imputati sono innocenti? Allora la magistratura ci deve dire chi sono i veri responsabili!” parole che pesano come un macigno quelle di Silvio Mingrino: entrambi i genitori sono morti di absesto dopo essere stati esposti all’amianto in fabbrica. Il padre direttamente e la madre per aver lavato le tute del marito ogni settimana.

“Quattordici anni fa oggi moriva mia mamma di mesotelioma pleurico e la colpa non è risultata essere di nessuno! – ha continuato Mingrino: – Vergogna! I nostri famigliari sono stati uccisi dall’amianto respirato in fabbrica, come da papà, o come da mamma che puliva i suoi panni oppure per le vie di Broni. Sono state sempre le polveri di amianto prodotte dalla Fibronit!”. “Solleciteremo il Procuratore generale della Corte di Appello di Milano a impugnare in Cassazione – ha dichiarato l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’osservatorio nazionale amianto, che assiste Mingrino costituitosi parte civile – Confidiamo che la giustizia trionfi rendendo giustizia alle vittime e ai loro familiari!”

La sentenza di lunedì è stato un duro colpo per i parenti delle 27 vittime che rientravano nel processo. I primi accertamenti parlarono addirittura di 275 morti. Tuttavia, c’è un secondo procedimento, avviato quando il primo filone era già partito, che riguarda anche 480 decessi successivi al periodo delle prime indagini. L’amianto è un minerale subdolo e le malattie da esso provocato possono restare latenti anche per 30–40 anni, colpendo non solo operai dell’azienda, ma anche semplici cittadini che abitavano nelle vicinanze.

Lo stabilimento produsse cemento-amianto anche quando tutti gli altri si erano fermati, preoccupati per le troppe patologie correlate dei lavoratori e dagli studi che sempre più insistentemente dimostravano la cancerogenicità dell’asbesto. La Fibronit, invece, continuò a prendere commesse scartate dalle altre società, esponendo ancora i suoi lavoratori alla polvere killer e proseguì fino al 1993, anno in cui la Legge 257/1992, che metteva al bando questo materiale in Italia, fu esecutiva. L’intera area è stata inserita tra i S.I.N. (Siti di interesse nazionale) che rappresentano un pericolo ambientale. La bonifica è stata completata nel 2021.

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