Nei frutteti di Simone Rolandi nasce un bacino per sconfiggere la siccità. In ottobre il via alla realizzazione di una vasca di raccolta idrica, la prima in Oltrepò: un progetto che unisce pubblico e privato


VAL DI NIZZA – L’Oltrepò montano guarda oltre la drammatica situazione di siccità che sta attanagliando il mondo agricolo italiano con un progetto che potrebbe essere di esempio per il comparto, nato dalla collaborazione tra l’Azienda Agricola La Valle della Frutta di Simone Rolandi ed un pool di partner pubblici e privati. In un’area agricola limitrofa al torrente Nizza partiranno nel corso dell’autunno i lavori per la creazione di una vasca di raccolta idrica, su di una superficie totale di circa due pertiche. Un impianto, oggi più che mai, necessario visti gli ultimi sviluppi metereologici che stanno mettendo a dura prova l’economia agricola del territorio pavese.

I partner del progetto sono la Provincia di Pavia (ente capofila), l’Università degli Studi di Pavia, il Sistema Museale Oltrepò Pavese, Ersaf e la Fondazione Sviluppo Oltrepò Pavese. Ai quali si aggiunge Fondazione Cariplo come ente finanziatore del progetto Oltrenatura. In generale si tratta di un’azione di intervento che prevede la costruzione di bacini idrici artificiali che, grazie alla disponibilità degli agricoltori locali, saranno posizionati all’interno di frutteti e verranno utilizzati sia come ausilio all’irrigazione sia come luoghi di riproduzione e rifugio di alcune specie ittiche e anfibie a rischio, soprattutto durante le stagioni più siccitose. L’area individuata per gli interventi è la parte occidentale dell’Oltrepò pavese, dove questi fenomeni di prosciugamento sono più marcati. In particolare ci si riferisce ai frutteti che sorgono, non a caso, lungo le sponde dei torrenti Staffora e Nizza i quali rappresentano i corridori  primari e secondari della Rete Ecologica Regionale.

“Questo tema è molto attuale – spiega Simone Rolandi, imprenditore agricolo di Val di Nizza che ha messo a disposizione un suo terreno per realizzarvi il bacino idrico – I frutti che maturano durante il periodo estivo non necessitano di irrigazione, mentre quelli tardivi, come mele e pere, richiedono un apporto idrico importante e diverso in base all’andamento climatico annuale. La costruzione di bacini idrici artificiali eviterebbe il prelievo diretto dall’asta fluviale da parte degli agricoltori per esigenze di irrigazione, garantendo una maggiore portata nei torrenti e una maggiore continuità fluviale anche nei tratti che, solitamente, sono soggetti ad asciutte stagionali, con benefici per tutta la fauna, soprattutto quella ittica”.

Rolandi continua: “Negli ultimi anni le precipitazioni sono sempre più rare così, insieme ad un pool di importanti attori, ho deciso di mettere a disposizione una superficie per creare un bacino che, in caso di emergenza, possa dare ossigeno al mondo agricolo del territorio. Una sperimentazione attesa da tempo che ci permetterà di recuperare l’acqua che va via d’inverno per averla in estate: dobbiamo essere in grado di operare con queste soluzioni per evitare emergenze come quella che stiamo vivendo in queste drammatiche per il settore primario. I lavori di realizzazione sono attesi per il prossimo autunno, abbiamo dovuto rallentare e quindi posticipare le opere a causa della pandemia”.

Questi interventi hanno lo scopo di far comprendere l’importanza della risorsa idrica, in quanto un bacino di accumulo fornisce una maggiore percezione della quantità di acqua che viene usata ed eventualmente sprecata. “Si tratta di un’iniziativa virtuosa che interesserà un’area dell’Oltrepò Pavese in cui è importante recuperare tutta l’acqua a disposizione e che potrà essere da esempio anche per altri – commenta il senatore Gian Marco Centinaio, sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali -. Attraverso una positiva collaborazione fra il pubblico e il privato si possono mettere in campo progetti che permetteranno in futuro di non dover più affrontare la drammatica emergenza che stiamo vivendo in queste settimane e che sta mettendo in ginocchio il settore primario, con il nostro territorio che è tra quelli che sta soffrendo maggiormente la siccità”.

Sarà incentivato il passaggio all’irrigazione con impianti a goccia, attualmente il metodo più razionale utilizzato in agricoltura. Questa modalità prevede un uso parsimonioso delle risorse idriche, somministrate  lentamente e in maniera mirata tramite gocciolatori o ali gocciolanti, riducendo l’utilizzo della risorsa idrica fino al 70%. Inoltre, come prevede il progetto Oltrenatura, nelle aree in cui verranno realizzate i bacini artificiali, sarà prevista la costruzione di canneti. Successivamente, si valuterà l’opportunità di effettuare un arricchimento floristico con piante rare, nei bacini, saranno anche immesse 4 isole galleggianti ospitanti vegetazione elofita di specie autoctone al fine di favorire il supporto alla biodiversità e la funzione di sorgenti di semi di specie igrofile.

Quanto indicato precedentemente, questo progetto interseca azioni di carattere ambientale naturalistico con azioni di carattere agricolo; una sinergia inedita, nel tentativo di sperimentare un modello per l’irrigazione di piccoli frutteti localizzati lungo le sponde dei corridori primari e secondari della RER (Rete Ecologica Regionale) soggetti ad asciutte periodiche. Da ciò nasce la necessità di evidenziare come la sinergia tra la cultura contadina e la creazione di bacini artificiali, potenzialmente idonei a creare nuovi habitat per le specie a rischio di estinzione, risulti fondamentale per valorizzare anche economicamente tradizioni culturali e colturali, anch’esse a rischio di scomparsa a causa del fenomeno dell’abbandono della campagna e dell’intensificarsi di pratiche agricole poco rispettose della naturalità.

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