Riparte la stagione estiva del teatro Carbonetti: il via con Raul Cremona sabato 5 giugno

BRONI – Dopo il grande riscontro dello scorso anno da parte del pubblico, anche questa estate, nel giardino adiacente al Teatro Carbonetti, verranno organizzate serate teatrali all’insegna di grandi protagonisti. “Siamo orgogliosi di poter presentare una nuova stagione teatrale – afferma il sindaco di Broni, Antonio Riviezzi – che, per quanto relativa ai soli mesi estivi, ci permette di rinnovare l’impegno dell’amministrazione comunale nella promozione della cultura. Questa edizione arriva in un momento di grande difficoltà per il mondo dello spettacolo, settore tra i più provati dagli effetti della pandemia. L’emergenza sanitaria ha inflitto una battuta d’arresto senza precedenti alle attività culturali e di intrattenimento, dalle sale cinematografiche ai musei, privandoci di qualcosa che ha sempre fatto parte non solo delle consuetudini sociali dei nostri tempi, ma addirittura del cammino del genere umano verso il progresso civile. Ci siamo evoluti con l’arte, la musica, il teatro fin dai primordi della civiltà e certamente non si tratta di aspetti della vita cui si può rinuciare a cuor leggero”.

“Mai come in questo frangente, quindi, è importante credere nella necessità della cultura, pur nel rispetto delle regole che la pandemia ci ha imposto e della sicurezza sanitaria di tutti noi. il Teatro Carbonetti – aggiunge – è un fiore all’occhiello del Comune di Broni. In questi anni è diventata una realtà consolidata, affermandosi come centro culturale della città e del territorio. Crediamo molto nel teatro e nella responsabilità sociale e culturale che esso ricopre: la responsabilità di valorizzare i valori e l’ identità della nostra città e del circondario. Investire nella cultura, voglio sottolinearlo, significa puntare sui nostri giovani, sostenere le associazioni culturali e sportive della città, creare occasioni di sviluppo, fare promozione alle unicità e bellezze del nostro territorio e aiutare il commercio locale. È per questo motivo che, nel corso di mesi scorsi, l’amministrazione, gli uffici competenti e l’Associazione Amici del Teatro Carbonetti, hanno lavorato affinché il Carbonetti potesse riprende la propria attività”.

«Era il 25 ottobre dello scorso anno. Era appena terminata la serata con Mogol – ricorda Marco Rezzani, presidente dell’Associazione degli Amici del Teatro Carbonetti – con tutto il suo carico di emozioni e di bellezza. Di lì a pochi minuti sarebbe entrato in vigore il decreto che, tra le altre disposizioni, prevedeva anche la nuova chiusura dei teatri. Il resto, lo sappiamo, è storia recente. Quella sera, salutandoci fugacemente per rientrare a casa per il coprifuoco, ci siamo lasciati con la promessa e la speranza di ripartire appena sarebbe stato possibile. Ora ci proviamo. L’ultimo decreto legge lo permette. Anche alla luce dell’ottima esperienza dello scorso anno, il Carbonetti ha scelto di “trasferirsi” all’aperto, nella stupenda cornice dei Giardini di Villa Nuova Italia. Si potrà andare a teatro in assoluta sicurezza, nel rispetto di tutte le norme che presiedono alla tutela della nostra e altrui salute. Come lo scorso anno appunto. Abbiamo scelto di ripartire perché siamo consapevoli che il teatro, come tutta la cultura, è necessario alla nostra vita”.

“Il teatro è uno spazio in cui si partecipa alla poesia che si fa corpo, relazione, contatto emotivo, respiro, gesti, lacrime, fatica, gioia e dolore. Questa è la condizione del teatro, questa è la condizione della vita. Abbiamo scelto di ripartire anche per tutti coloro che di teatro vivono – attori, tecnici, maestranze di vario tipo – che per tanti mesi sono stati costretti a fermarsi con ricadute economiche pesantissime. Lo abbiamo fatto per dare un segno di speranza e di futuro. Un grazie sincero al sindaco e all’amministrazione comunale per aver creduto e appoggiato questo progetto di ripartenza. A nome mio e dell’intera Associazione “Amici del Teatro Carbonetti” vi voglio dire di cuore: non aspettiamo altro che il momento di rivedervi a teatro!”.

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