La pavese Chiara Babilani è una “Donnavventura. Ha partecipato a 13 spedizioni esplorando i cinque continenti

PAVIA – La prima spedizione di Donnavventura è del 1989, in Tunisia, ma la popolarità delle affascinanti fotoreporter cresce esponenzialmente da quando, nel 2000, il materiale fotografico e video raccolto nei loro viaggi, diventa un format televisivo in onda su Retequattro. Stando comodamente seduti sul divano, gli spettatori ammirano le bellezze del mondo, grazie alle immagini e al racconto delle ragazze. Alcune, vista l’esperienza maturata, sono delle super veterane del programma, come Chiara Babilani, classe 1975, originaria di Frascarolo ma che da 25 anni vive a Pavia, dove si è laureata in filosofia. È una Donnavventura dal 2006 e ha partecipato a 13 spedizioni, esplorando i cinque continenti.

«Tra i paesi che ho amato di più, c’è sicuramente l’Australia perché è stato il mio primo grande viaggio – spiega Chiara – poi il Giappone perché ho molta affinità con quel tipo di mentalità, mi piace l’ordine, l’organizzazione, la cortesia, la minuzia che mettono in tutte le cose. Mentre tra quelli che mi hanno sorpreso maggiormente direi l’Etiopia: siamo state lì nel 2017. Mi ha colpito il fervore religioso, la spiritualità dei suoi luoghi sacri e il popolo etiope, orgoglioso, molto legato alla terra, alle tradizioni, alla propria identità e poco curioso degli stranieri. Generalmente quando andiamo in giro, creiamo sempre molta attenzione: oltre alla parte ufficiale, quando veniamo ricevute dalle autorità del luogo, dalle televisioni per le interviste di rito, c’è sempre interesse tra le persone comuni, che ci fermano incuriosite da quello che stiamo facendo. Tutto questo in Etiopia non è successo». Tra le mete preferite del programma ci sono le Maldive: «Ci siamo state diverse volte, sono veramente un posto da sogno. Il programma ripete la stessa meta a distanza di diversi anni, 5-6 almeno; ma per le Maldive è diverso perchè c’è sempre molta curiosità da parte del pubblico da casa. È una realtà che si vive a piedi nudi, in assoluta libertà. Torniamo spesso, abbiamo le nostre isole di riferimento. Sono una meta quasi prettamente turistica, ma abbiamo cercato di mostrarne anche il lato meno conosciuto, ad esempio l’università Bicocca ha una sorta di distaccamento per lo studio del mare».

Turismo significa rispetto dei luoghi che si visitano: «Da tanti anni siamo portavoce dell’associazione italiana turismo responsabile, che significa conoscere le usanze dei luoghi che si visitano, i dettami religiosi per non incorrere in comportamenti che possano risultare sgradevoli. Bisogna interagire con le popolazioni locali, quindi avere una visione del paese più approfondita che vada oltre la semplice locandina turistica. Sottolineiamo la nostra collaborazione nei programmi perché magari noi la diamo per scontata, ma vale la pena evidenziarla». Nell’ultima edizione, complice la pandemia, le Donnavventura hanno deciso di visitare l’Italia: «Non serve fare migliaia di chilometri per trovare delle bellezze. Da qualche anno dedicavano un’edizione estiva al nostro paese, intitolata Summer beach. Eravamo state sulle coste in Puglia, Sicilia e Sardegna, mentre questa volta abbiamo toccato anche l’interno, mostrando come sempre nel nostro stile delle realtà magari meno conosciute, paesini sull’Appennino o ai piedi delle montagne, dando degli spunti per una gita fuori porta: spesso non si sa che poco lontano da casa ci sia qualche realtà interessante». Dal Grand raid americano Chiara è la voce di Donnavventura e dal Grand raid dei Caraibi è anche autrice dei testi.

«Di solito il viaggio si svolge tra settembre e dicembre, viene realizzato del materiale video che viene inviato alla redazione. C’è una stesura di base, quindi poi viene asciugata: il mio compito è di collegare le varie fasi e magari approfondire alcuni argomenti, quando le reporter sul posto non hanno avuto tempo di farlo. A quel punto le puntate sono pronte per la messa in onda». Adesso è tutto fermo: «Stiamo navigando a vista. Il nostro programma ha una cadenza ben precisa. Amiamo molto l’Italia, ma ci piace andare in giro per il mondo e abbiamo ancora molte cose da mostrare. Dobbiamo portare pazienza, ma la nostra valigia è sempre pronta. Stiamo dialogando con dei paesi che avremmo dovuto visitare. Attualmente però non possiamo comunicare molto. Abbiamo in sospeso i provini delle prossime Donnavventura, che stiamo facendo via web. Appena sarà possibile cercheremo di conoscere le ragazze di persona».

Di Franco Scabrosetti

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