Un bellissimo Oltrepò Pavese tutto da scoprire: ecco le Cascate del rio Morcione

VARZI – In Oltrepò Pavese ci sono posti sorprendenti e meravigliosi, spesso un po’ troppo nascosti e poco conosciuti, anche a chi (come me) ci vive da quando è nato. Girare questo territorio, che sprizza storia, arte e natura da ogni parte, è ogni volta un viaggio di scoperta, perché dietro a una collina, a una valle o a un’ansa del fiume Po “scopriamo” luoghi che mai e poi mai penseremmo di avere sotto casa. Fra il Monte Alpe e il Monte Calenzone scorre un piccolo torrente, di nome Morcione, che altro non è che un affluente del Tidone, ma che nei pressi di Pietragavina (Varzi) compie alcune “cascatelle” naturali davvero spettacolari. Per arrivare in zona ci sono due itinerari: il primo è salire da Varzi percorrendo la S.P. 207 fino alla caratteristica frazione di Pietragavina, arroccata fiabescamente su un altura che domina la Valle Staffora; il secondo è percorrere la S.P. 7 della Val di Nizza, che appena penetra nel territorio comunale di Colli Verdi (ex Valverde) mostra un paesaggio collinare “toscano” (per fare un paragone azzardato) che non ha davvero nulla da invidiare a località molto più blasonate. Una volta giunti in prossimità di Pietragavina, bisogna proseguire sulla diramazione per Casa Fiori e Torretta, due piccole località del comune varzese.

La strada asfaltata finisce a Torretta, un borgo di poche case poste su un ripido declivio, ma il cui colpo d’occhio è davvero notevole, soprattutto in questi giorni, poiché qui la neve non si è mai sciolta e tutto il paesaggio circostante (poggi, alture, colline, vette più alte) è ancora completamente imbiancato. Molto prima, esattamente subito dopo aver lasciato la precedente Casa Fiori, all’uscita del borgo c’è una cappelletta posta lungo la strada. Esattamente sull’altro lato parte il sentiero numero 112: da qui in poi si può proseguire soltanto a piedi. Dopo circa tre quarti d’ora di buona camminata, ci si è ormai addentrati in una tipica foresta di alta collina, ma che lascia ancora spazio a spettacolari spiazzi completamente imbiancati, che allungano la prospettiva verso la Val di Nizza e l’ancor più lontana costa di Fortunago. Nelle stagioni fredde o umide si possono intravedere altri rii, più piccoli, che scendendo i crinali dell’Appennino Pavese e che confluiscono a loro volta nel Morcione, che appare quando a un certo punto ci si imbatte su un ponticello che scavalca uno dei tanti punti in cui esso compie una cascata.

Abbandonando il sentiero e risalendo l’alveo del torrente, ci si addentra passo dopo passo in una natura davvero selvaggia, dove si potranno ammirare scorci davvero insoliti, fra i quali la “cascatella” della foto: un luogo già lontano da tutto e da tutti, dove lo scroscio delle acque e la pace più assoluta regnano sovrani. Risalendo ancora il torrentello si arriva ad ammirare altri salti e nuove cascate, ancora più alte. L’acqua scappa via subito, perché – siccome nel frattempo ci saremo arrampicati un po’ – deve discendere tutto il crinale e raggiungere la valle del Tidone nei pressi di Zavattarello, dove diventerà tutt’uno. Quassù la mano dell’Uomo non è arrivata ed è la natura stessa, il paesaggio incontaminato e lontano dalla civiltà estremamente urbanizzata a trasformare delle semplici “cascatelle” in un luogo che merita la pena di essere raggiunto e visto. I paesaggi che incontriamo, forse un po’ distanti dalle nostre pianure fatte di strade, autostrade, ferrovie, ecc., ci ricordano le nostre radici e come era anticamente il nostro territorio oltrepadano nella notte dei tempi. E’ per tutti questi motivi che, seppur con un piccolo sforzo fisico, le Cascate del Morcione sono assolutamente da vedere.

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