Abbattuti alberi e siepi. Le Ferrovie disboscano in nome di un “Alta Velocità” che non c’è

CASTELLETTO DI BRANDUZZO – Un feroce disboscamento e tagli di alberi (pioppi, salici e siepi) hanno causato in questi giorni contestazioni e lamentele da parte di alcuni residenti di Castelletto di Branduzzo. La ditta Geosintesi, da parte di Ferrovie dello Stato, sta provvedendo al taglio di tutti gli arbusti lungo il terrapieno della ferrovia Milano-Genova in territorio comunale di Castelletto. Tante le telefonate di cittadini arrabbiati della frazione Valle Botta o dei cascinali della zona occidentale sono arrivate al primo cittadino Tony Lo Verso, che però, oltre a un sopralluogo, non ha potuto fare altro che ribadire: “E’ nella loro facoltà”. Tutto ciò che si trova sugli argini della ferrovia e nel raggio di una decina di metri dai binari può essere tagliato e disboscato. In località Cascina Casone è stato abbattuto uno storico pioppo, era alto più di cinque metri, ed era lì da quasi trent’anni. Era cresciuto da una radice di un vecchio pioppeto, che c’era negli anni Ottanta in quella zona ed era una delle piante più alte di Castelletto e nel periodo estivo una delle più rigogliose. Nei progetti delle F.S. c’è un radicale sfoltimento sulle linee ferroviarie, qualcosa come 3500 chilometri di abbattimento piante, fino a 10 metri di distanza per contrastare il pericolo di gelicidio invernale (il rischio che per il freddo o la neve i rami cadano sui binari) o di incendi nella stagione estiva. Nel nostro territorio le tratte interessate ai disboscamenti sono da Pavia a Lungavilla e poi anche la linea Voghera-Alessandria.

Gli operai – che sono stati anche affrontati in maniera dura da una residente locale – hanno saputo solo ribattere che gli alberi troppo alti vicino al tracciante ferroviario rappresentano un pericolo per i treni, soprattutto per l’Alta Velocità. Ma su questa linea l’alta velocità non esiste (a parte una coppia di FrecciaRossa e di FrecciaBianca che passano per ovvi motivi a velocità ridotta) e non esisterà mai, poiché ci vogliono binari e linee dedicate. Dove finisce il libero arbitrio sulla proprietà “privata” e dove inizia quello dell’ecologia in un mondo attualmente devastato da mille problematiche? C’è da sottolineare che gli arbusti abbattuti sarebbero lasciati lì a marcire, se non fosse per qualcuno della zona che li va a raccogliere. Uno scempio dietro l’altro. Sarebbe buona cosa per ogni albero abbattuto piantarne uno nuovo, magari anche da qualche altra parte. Invece, con la mentalità del “quel che è mio è mio” non si bada a buttare giù alberi e verde in nome del profitto – parliamoci chiaro: l’alta velocità e il trasporto ferroviario in generale in Italia è un business, mica un servizio, che relega in secondo piano tutto il resto, compreso il quotidiano dramma di pendolari e studenti alle prese con ritardi, disguidi e regionali soppressi. Le F.S., che dovrebbero essere l’esempio di un trasporto “ecologico” ed “ecosostenibile”, in realtà, tanto ecologico e tanto ecosostenibile non sono. E non perdono occasione ogni volta di dimostrarlo.

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