Una volta maggiorenne ha voluto aprire una fattoria a Vigomarito. Matteo e il suo amore per l’agricoltura

MENCONICO – Ci vuole coraggio per mandare avanti una fattoria all’età di 24 anni. Infatti, Matteo Rossi, appena diventato maggiorenne aveva deciso di non fuggire in città, alla ricerca di fortuna, ma di rimanere con papà Giancarlo, e con mamma Adelaide a Vigomarito, piccolo paese (vi risiedono solo due famiglie) situato tra i crinali dell’Appennino Pavese nel territorio comunale di Menconico. Per arrivare in questa località montana, dominata da una chiesetta (le funzioni religiose si celebrano due volte all’anno) bisogna prendere l’ex statale del Penice e giunti nel centro abitato di Collegio, svoltare per Menconico capoluogo. Una volta arrivati rimarrete colpiti, se non incantati da una fattoria che ospita vacche da carne, capre, pecore, galline, conigli, oche da guardia ma soprattutto 5 cavalli da sella.

«La passione per gli animali è nata quando ero piccolo e soprattutto quando in fattoria è arrivato il primo cavallo. – racconta Matteo Rossi – Il richiamo della terra, l’amore per questi nostri monti e soprattutto la voglia di creare un ranch tutto mio, dove poter allevare tanti cavalli, mi ha fatto abbandonare gli studi. Per me non è stata una decisione sofferta. Sto bene qui nel mio paese, vicino alla mia famiglia in un territorio incontaminato». La giornata per il giovane allevatore inizia sempre presto e finisce con il calare del sole. Matteo si alza alle 6, apre il recinto delle mucche, dà da mangiare ai cavalli e insieme ai suoi genitori sale sul trattore e va a raccogliere grano, orzo e erba medica che si trovano su campi in forte pendenza. In inverno invece il lavoro si concentra sull’allevamento degli animali. «La mia famiglia vive di agricoltura, di quello che produce la terra. – continua Matteo – Anche se non è facile spero, nel giro di qualche anno, di ingrandire la fattoria e di poter raggiungere un reddito che mi permetta di avere una vita dignitosa».

Matteo, nonostante il duro lavoro, riesce anche a trovare il tempo per aiutare i suoi amici della Pro Loco durante le varie feste che si alternano nei mesi estivi. Infatti, alcune sere fa lo abbiamo visto spillare delle “bionde” alla festa della birra di Menconico. La sua storia, come quelle di tanti altri giovani della zona, dimostra che si può vivere anche in un territorio considerato svantaggiato e caratterizzato negli anni novanta da un forte spopolamento. La crisi economica che ha provocato effetti devastanti soprattutto nelle città sembra invece favorire il ritorno alla campagna ad una vita semplice, ma più sicura.

Rispondi