Allevatori, per la prima volta un pavese entra nel consiglio dell’Associazione Regionale (ARAL)

Per la prima volta un pavese entra nel Consiglio dell’Associazione Regionale Allevatori della Lombardia (ARAL). E’ Andrea Broglia, socio di Coldiretti Pavia e imprenditore agricolo di Bornasco, che è appena stato eletto Consigliere della principale Associazione degli allevatori in Lombardia e in Italia, con oltre 7 mila associati per un totale di 640 mila capi. Nella Sezione dell’ARAL che si occupa della conservazione della razza piemontese, invece, è stato eletto un altro imprenditore agricolo pavese, Carlo Palladino di Gropello Cairoli (PV).

«Congratulazioni e buon lavoro a Broglia e a Palladino per questi importanti incarichi – dice Stefano Greppi, Presidente di Coldiretti Pavia – Benessere animale, sicurezza e salubrità alimentare in un’ottica di sostenibilità economica e ambientale sono le parole chiave per i nostri allevamenti, che alimentano economie circolari con la produzione di letame e liquami indispensabili per fertilizzare i terreni». Andrea Broglia – spiega Coldiretti Pavia – alleva 850 vacche da latte (di cui 350 in lattazione) e coltiva riso e mais su 220 ettari nella sua azienda agricola di Bornasco (PV).

Il rinnovo delle cariche dell’Associazione Regionale Allevatori della Lombardia ha portato all’elezione come Presidente del cremonese Mauro Berticelli, che sarà affiancato nel Consiglio Direttivo dal Vice Presidente Roberto Chizzoni e dai Consiglieri Andrea Broglia, Massimo Crespi, Enrico Locatelli, Germano Pè, Giorgio Gerolamo Piovanelli, Fabio Mantovani, Giovanni Martinelli, Adriano Zamboni e Paolo Zanotti. Nella sua attività l’ARAL promuove iniziative di assistenza tecnica e consulenza aziendale, oltre a gestire laboratori per assicurare un servizio di analisi ai propri associati e a sviluppare progetti di ricerca nel settore zootecnico ed in quello agronomico strettamente associato. L’Associazione svolge anche azioni dirette al miglioramento qualitativo, alla sicurezza ed alla tracciabilità dei prodotti di provenienza degli allevamenti, oltre che azioni volte alla valorizzazione del benessere degli animali, della cura dell’ambiente e della sostenibilità in genere.

La carne e il latte italiani – conclude la Coldiretti Pavia – nascono da un sistema di allevamento che per sicurezza e qualità non ha eguali al mondo, consolidato anche grazie a iniziative di valorizzazione messe in campo dagli allevatori, con l’adozione di forme di alimentazione controllata, disciplinari di allevamento restrittivi, sistemi di rintracciabilità elettronica e forme di vendita diretta. L’emergenza Coronavirus ha fatto emergere tutta la centralità delle filiere nazionali di latte e carne, con gli allevatori nelle stalle lombarde e italiane che anche durante il periodo di lockdown hanno continuato a lavorare a pieno regime per garantire le forniture di latte e carne alle famiglie.

Rispondi